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Curiosità Tramatzesi.. di Goffredo Casalis
Di Dottor Sagamentu (del 04/03/2010 @ 09:02:05, in Storia, linkato 1495 volte)

Curiosità Tramatzesi

Forse non tutti sanno che nel dizionario-geografico-storico-statistico commerciale del 1841 l’abate e storico piemontese Goffredo Casalis descrive così Gonnostramatza:

villaggio della Sardegna nella provincia d'Isili e nel mandatario di Mògoro, sotto la prefettura d'Oristano. Era compreso nel Parte-Montis, antico distretto del giudicato d'Arborea…Giace sulle due sponde del fiume principale della regione. Le case sono fabbricate a pietre e a fango, non usandosi in queste parti i mattoni crudi (làdiris), e sono disposte irregolarmente da contrade storte e ora larghe, ora anguste, e nell'inverno assai fangose, e in molti tratti non praticabili…L'estensione territoriale di questo Gonnos può valutarsi a circa starelli 5750 che nella massima parte è in pianura. Si possono notare dalla parte del sirocco tre colline denominate Cucuru-Cabònis, Santavittoria e Cucurubingias; e dalla parte verso il meriggio l'eminenza che dicono Crucu.

In alcuni siti trovasi terra ottima per la fabbricazione de'mattoni e tevoli. Il fiume sunnotato ridonda qualche volta in inverno, e allaga per qualche tratto i campi con grave danno de' seminati, e con incomodo degli abitanti del paese. Un ponte ben costrutto serve alla comunicazione fra due rioni. In esso contribuì il popolo, ma il più della spesa fu conferito dal rettore Aru... In questo fiume vengono dalla parte di monte Siddi alcuni ruscelli, il Coccioledda che traversa il rione di levante, ed ha un piccol ponte, quindi un altro rivolo alla parte di mezzogiorno che taglia la via a Serzela, e l'altro alla parte contraria che dicono Fascas, e che vive solo nelle stagioni invernale e primaverile.


Popolazione. Nell'anno 1839 si numeravano in Gonnos anime 850, delle quali 410 nel sesso maschile e 440 nel femminile distinte in famiglie 230. La media dà nascite annuali 25, morti 15, matrimonii 6. I più mancano prima del sessantesimo anno. Nella prima età è la maggior mortalità, e questa osservasi principalmente nel mese d'agosto. La ragione di tanta pernicie pare esser questa, che andando le donne alla stoppia portano seco i bambini, non avendo a chi raccomandarli, ed ivi li depongono sopra il terreno bruciante, non usando altra cura che di ricoprirli dal sollione con un panno disteso sopra tre canne riunite in alto. Lo stesso praticandosi ne' vicini paesi e in altre parti vedesi lo stesso effetto, il quale non è poi veduto in rispetto a quei piccoli che non patiscono la stessa inclemenza. Nelle altre età vedonsi corpi robusti, e così temperati da resistere alle più forti cause morbifere. Le malattie più frequenti e perniciose sono i dolori laterali e i mali di fegato. I due flebotomi che si hanno per curare la sanità pubblica, dopo aver salassato ed aver adoperate le sanguisughe così, come da persone più dotte della setta de' dissanguatori usasi in altre parti, lasciano che operi o il male o la natura. Si ha una levatrice.


Professioni. Sono applicate all'agricoltura famiglie 150, ai mestieri 30, alla pastorizia 6. Vi sono poi famiglie nobili 5 con 9 individui, quindi le famiglie de' preti, de' notai e dei ricchi. Le famiglie non possidenti sono 100. Le donne lavorano in 215 telai, panni, lani e lini pel bisogno della famiglia. Quasi in tutte le case è questa macchina di antica forma, perchè ogni donna, di qualunque stato ella sia, quando va nella casa del marito, tra tutti i mobili e arnesi che vi porta, pone primo il telajo.
Nella scuola primaria si numerano fanciulli 10. Il frutto finora ottenuto da questo insegnamento è quasi nullo.


Agricoltura. Nel generale questo territorio è attissimo ai cereali, e nutre ottimamente le diverse specie de" fruttiferi, principalmente gli olivi e i mandorli. Si sogliono seminare annualmente starelli di grano 900, di orzo 100, di fave 250. L'ordinaria fruttificazione è all'ottuplo. Di lino se ne semina pochissimo. Le vigne non sono molto curate; e non pertanto producono abbondantemente. Le uve sono bianche, e la più comune è quella che dicono nuràgus; però anche i vini sono bianchi. L'estensione piantata a viti sarà circa di 110 starelli. Gli alberi fruttiferi, sebbene allignino, sono ancora rari. Vi saranno 100 ulivi, 2000 mandorli, ed un altro migliajo di altre diverse specie.


Bestiame. È in piccolissimo numero, non avendosi che 200 buoi per l'agricoltura, 50 vacche, 20 vitelli, 40 cavalli, 15 maiali, 40 porci, 50 pecore. Quest'ultima specie pascola nella regione di pastura comune che dicono Pabarìle, le altre nel prato e nelle terre chiuse (le tanche).


Religione. I gonnesi sono sotto la giurisdizione del vescovo di Ales. La chiesa maggiore è dedicata all'arcangelo s. Michele, ed il paroco che la governa ha il titolo di rettore ed è assistito nella cura delle anime da altri due preti. Quindi vi ha una sola chiesa filiale che trovasi all'estremità dell'abitato ed è dedicata a s. Antonio abate, ed un'altra in campagna. La principale sacra solennità è per il titolare. La festa è accompagnata dal solito spettacolo della corsa de' barberi. La chiesa rurale che accennai è l'antica parrocchia del deserto villaggio di Sèrzela e trovasi a mezz'ora da Gonnos in sulla sponda sinistra del fiume. Essa era dedicata a san Paolo apostolo, e tiene ancora il suo fonte battesimale, l'altar maggiore di legno dorato con pitture in tavola di molta antichità e di gran pregio…


Dottor Sagamentu