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I Santi Tramatzesi _ Sant'Antonio Abate
Di Dottor Sagamentu (del 23/11/2010 @ 08:33:18, in Santi Tramatzesi, linkato 1769 volte)

I Santi Tramatzesi(Sant'Antonio Abate)

Forse non tutti sanno… che a Gonnostramatza vengono venerati diversi santi: Sant’Antonio Abate, San Giuseppe, San Paolo, San Michele Arcangelo e Santa Teresina.

Il 17 di Gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate.
Il Santo Abate segna nel calendario popolare il principio del carnevale.
Al mattino della festa ogni proprietario mena il suo bestiame davanti alla chiesa del Taumaturgo per essere benedetto. Alla sera si accendono numerosi falò per le strade.
Tradizionalmente egli è raffigurato come un vecchio dalla lunga barba, vivente in una capanna assieme al porcello, mentre il demonio lo tormenta e qualche volta lo fa montare in bizza.

 


"Questo Santo, entrando un giorno per caso in chiesa, mentre un sacerdote durante un sermone riferiva le parole di Gesù: < Se vuoi essere perfetto, vai, vendi quanto hai e dallo ai poveri, vieni seguimi e avrai un tesoro nel cielo >, rimase talmente colpito che per Gesù vendette ogni cosa, lasciando solo il necessario per sé e la sorella.
Ma tempo dopo, sentendo l’altra esortazione evangelica del non preoccuparsi per il domani, vendette tutto. Questo è quanto sappiamo di Antonio fino all’età di 18 anni.
Nel fiore dei vent’anni, dopo aver sistemato l’unica sorella in una di quelle sante Comunità cristiane, abbandonata Coma (l’odierna Qumans), sua città natale, si ritirò in un deserto, dove ebbe a soffrire da parte del demonio i più terribili assalti che superò con la preghiera e la penitenza. La fama della sua santità trasse ben presto nella Tebaide ( regione dell’antico Egitto) una moltitudine di persone, tutte avide di conoscerlo e di imitarlo. Il pio solitario allora, per non essere disturbata la sua quiete, si rifugiò in un antico sepolcro. Abitò in quella caverna per ben 20 anni, solo visitata da un amico che due volte all’anno gli portava una provvista di pane.
Ma il demonio continuava a non dargli tregua e lo costrinse a cercar pace ancora nel deserto. Attraversò il braccio orientale del Nilo e si ritirò sulla cima di una montagna, dove si rinchiuse fra le rovine di un vecchio edificio e vi visse quasi 60 anni in una totale separazione dal mondo. Il nutrimento giornaliero di Antonio era di sei once (circa 170 grammi) di pane rammollito nell’acqua e cosparso di poco sale. Restava tre o quattro giorni senza nutrirsi; un cilizio (una veste intessuta di peli di capra ruvida e scomoda) gli serviva da tunica, una stuoia di giunchi era il suo letto e una pietra il suo capezzale. Nonostante questo tenore di vita divenne il fondatore del monachesimo orientale. Molti, attratti dall’odore delle sue virtù, lo seguirono nel deserto per imitarlo. Risplendè su tutti gli anacoreti (i religiosi che abbandonano la società per condurre una vita solitaria dedicandosi all'ascesi, alla preghiera e alla contemplazione) per lo spirito di penitenza e per il dono dei miracoli. Lasciò temporaneamente l’eremo per accorrere in aiuto dei fratelli cristiani sottoposti da Massimino Dacia alle torture, e predicò contro gli ariani (per Ario Gesù era solo un uomo, non identificabile con Dio stesso) confutandoli splendidamente. Egli è leggendario per le penitenze e le tentazioni che superò. E’ patrono degli animali. Morì a 105 anni il 17 gennaio del 326. Intorno a questo Santo son fiorite molte leggende."

(Liberamente tratto da “Santi venerati in Sardegna” di Padre Gabriele Piras)
Dottor Sagamentu