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Quando la Realtà e l'Astratto si fondono in un colpo di pennello..
Di Staff SuTramatzesu (del 10/01/2014 @ 09:16:15, in Eventi, linkato 1047 volte)

Cari lettori, è con molto piacere che Vi segnaliamo per Sabato 18 Gennaio alle ore 17.30, presso il Museo "Turcus e Morus" a Gonnostramatza, l' inaugurazione della mostra di pittura dell'artista tramatzese Fabiana Sebis dal titolo: Quando la Realtà e l'Astratto si fondono in un colpo di pennello..

Partecipate numerosi!!


Fabiana Sebis, più nota agli amici come Feby, nasce a Gonnostramatza, piccolo paese della Marmilla, l'11 giugno 1986.
Dopo aver conseguito la maturità artistica all'Istituto d' arte di Oristano si dedica ad altre attività pur non abbandonando la sua grande passione per la pittura.
Dopo il diploma, dal 2006 al 2010, inizia a dipingere dei quadri ispirati principalmente ad artisti del futurismo, surrealismo e cubismo quali: Manca, Depero, Dalì e Picasso.
Da questi Feby trae ispirazione per l'uso definito della linea e per la scelta di colori quali l'arancio e l'azzurro. Le sue opere rimandano a scene legate alle tradizione popolari sarde. Sempre in questo periodo inizia a dipingere su tegola, ora l'attenzione, spinta dalla madre, la porta a riprodurre scene legate alla natura, con grande variabilità tematica: spazia dalla campagna della Marmilla alle spiagge esotiche. In questo modo, l'artista, acquisisce la tecnica del realismo che applicherà anche a quadri con soggetti differenti. Una breve pausa riflessiva le consiglia di esplorare mondi opposti, quali solitudine e maternità. La maternità, sopra tutto, predomina attraverso la rappresentazione di donne dalle forme generose, quasi a ricordare la sinuosità tipica delle colline della Marmilla.
Con l'evoluzione temporale, anche se il termine può sembrare eccessivo, vista la giovane età dell'artista, si assiste a un'esplosione liberatoria, di elementi che caratterizzano fortemente le opere della pittrice della Marmilla: compaiono con frequenza costante, le elaborazioni della fertile mente della ragazza, che in un secondo momento, si materializzano sui suoi lavori: " l'omino africano", e la donna "semigiunonica", abitanti delle sue opere. Il primo suscita simpatia a prima vista, il secondo, ricorda ed auspica una maternità, che simboleggia la continuità della vita. La coppia, si "sposa" all'occhio, che riveste un duplice ruolo, nelle opere di Feby. L 'occhio va visto, è il caso di dirlo, come un elemento vigile, che ora sorride alla vita e in altri momenti, invece, pur rimanendo perfettamente spalancato e con la pupilla dilatata, riflette uno stato d'animo, pensieroso, ma mai inquieto. Insomma, un sogno ad "occhio aperto", che poi è il preludio, verso un risveglio totale e sereno, come quando dopo una giornata "condita" dal maestrale, le "finestre" del cuore, della mente e dell'anima, si spalancano e trovano un immenso prato, dove una moltitudine di fiori sgargianti, rappresenta la serenità. Che è la vera essenza della vita e che Feby, catapulta, tramite la sua mano in dei lavori che fissano quei momenti. Momenti che non debbono, non vogliono essere fuggenti e astratti, ma concreti e durevoli.