Virginia Atzori, una tramatzese in serie A!!!
E’ un piovoso pomeriggio di ottobre. Appartato nella saletta interna del Bar dello Sport, sorseggio lentamente un caffè, in attesa di un’importante telefonata. Davanti a birre e patatine, juventini, interisti e milanisti discutono animatamente di calcio fra sfottò e arrabbiature. Io mi godo, silenzioso, la quarta vittoria consecutiva del mio Cagliari, che mi aiuta a digerire la sconfitta del Gonnos Sport. Guardo fuori, piove ancora. Sfoglio uno stropicciato Unione Sarda e sorrido compiaciuto della netta vittoria, in A2 femminile, del Villacidro a spese dell’Oristano, con doppietta di Virginia Atzori…
La ricordo quando, da bambina, si allenava nel polveroso campo di calcio con la squadra mista di ragazzi e ragazze del circolo Anspi di Gonnostramatza. Qualche anno dopo Mario, il padre, mi raccontò con orgoglio della medaglia d’argento vinta da Virginia, ai giochi sportivi studenteschi di Roseto degli Abruzzi, con la squadra di calcio a 7 della scuola media. Poi arrivò il fortunato provino con l’Atletico Oristano, gli intensi allenamenti nel campo della Tharros di Oristano, da conciliare con gli studi all’Istituto Commerciale di Mogoro. Aveva appena sedici anni quando esordì in serie A tra le fila dell’Atletico Oristano contro la Lazio. L’articolo dell’Unione Sarda dedicato alla giovane tramatzese titolava così:” Il debutto calcistico della piccola Virginia, prima ragazza della Marmilla in serie A.
A distogliermi dai ricordi, l’improvvisa suoneria del mio cellulare. E’ la telefonata che aspettavo: la Redazione mi comunica che Virginia Atzori è disponibile per un'intervista.
Non perdo tempo, saluto frettolosamente gli amici al bar e mi precipito in strada. Per incanto, le nuvole che gravavano sul paese sono sparite. Metto in moto la mia sgangherata seicento grigia e parto alla volta del centro sportivo di Assemini. Virginia è nel bel mezzo di un duro allenamento, interminabili giri di campo senza sosta, allunghi, recuperi, scatti…
Si accorge della mia presenza e mi viene incontro, affaticata ma sorridente. Mi saluta con simpatia e affetto. Ci accomodiamo su una panchina a bordo campo. So che non ha molto tempo da dedicarmi e allora parto subito con le domande.
Chi è Virginia Atzori?
Virginia è una ragazza semplice e solare, sempre col sorriso sulle labbra. A volte si intestardisce e vuole sempre aver ragione. Ama la perfezione, o quasi, in tutto ciò che fa. E’ molto socievole, una grande amica su cui tutti e tutte possono contare. Una spalla su cui piangere, sempre disponibile ad aiutarti a risolvere qualsiasi problema tu abbia.
Facciamo un passo indietro… cosa spinge una ragazzina di 7 anni a giocare al calcio?
Sicuramente la passione contagiosa per il calcio di mio padre e dei miei fratelli, tutti juventini sfegatati. Giacomo mio fratello giocava da piccolo e con lui e altri bambini del vicinato passavamo interi pomeriggi dietro ad un pallone. Ho iniziato a Gonnostramatza nella ''scuola calcio Nike'' fino ai 13 anni, poi non potendo più giocare con i maschietti ho fatto il provino all'Atletico Oristano.
Quanto è importante per te Gonnostramatza?
E’ il mio amato paese e mi manca molto. C’è la mia famiglia, i miei amici d’infanzia. Mi piace tornarci appena possibile. Il fatto che sia un piccolo paese porta tutti quanti a conoscersi, e quando possibile ad aiutarsi. Quando esco a far una passeggiata non passa minuto che non saluti qualcuno. In città questo non avviene, nemmeno per chi ci abita da anni. E' bello sapere che sei tra persone che ti conoscono da quando eri bambina, e che ti hanno vista crescere.
E’ molto orgogliosa del suo paese, ne parla con un pizzico di emozione.
Che requisiti deve avere una ragazza, per diventare una calciatrice?
La passione innanzitutto, perché il mondo del calcio femminile è molto diverso da quello maschile, dove si guadagnano cifre da capogiro, e dove spesso si perdono di vista le emozioni che ti hanno portato a rincorrere un pallone. Poi naturalmente, sono importanti le doti tecniche e fisiche, ma anche la determinazione. Fondamentale, secondo me, poter iniziare sin da bambine. Molte ragazze si approcciano tardi a questo bellissimo sport, e si trovano a dover imparare i fondamentali magari a 15-16 anni, e questo non le aiuta di certo ad emergere.
Un pallone arriva vicino alla nostra panchina. Ci alziamo contemporaneamente e palleggiamo divertendoci per qualche minuto…
Cosa pensi del calcio femminile italiano?
Credo sia sottovalutato e da certi punti di vista sfruttato per finanziare il già straricco calcio maschile. E’ normale che poi il movimento calcistico femminile non riesca a crescere. Qui in Sardegna abbiamo la bella realtà delle campionesse d'Italia della Torres, ma penso che anche loro si trovino a dover affrontare non poche difficoltà. Purtroppo rispetto ad altri paesi qui da noi il calcio femminile è poco seguito anche dal pubblico, gli stadi vuoti o quasi sono una triste realtà.
Tu hai giocato in varie città, c’è forse qualche città in Italia in cui il calcio femminile è più seguito?
Mi è parso di intuire che al Nord il calcio femminile sia migliore dal punto di vista organizzativo e anche più seguito. Sicuramente, per le squadre sarde, l'handicap più grande è reperire giocatrici.
Il calcio di per sé notoriamente non è uno sport ''per ragazze'' (così almeno pensa la nostra retrograda società) e quindi non avere delle risorse umane provenienti da regioni confinanti è sicuramente penalizzante.
In che ruolo hai iniziato a giocare e qual era il calciatore o la calciatrice a cui ti ispiravi?
Ho iniziato a centrocampo, il mio idolo è sempre stato Roberto Baggio e poi Alex Del Piero.
In lontananza si ode un fischio. E’ il Mister che la invita ad avvicinarsi. Virginia scappa via, ma è solo per un attimo. Ritira una pettina gialla, che le servirà per la partitella che da li a poco avrà inizio a metà campo…
A 16 anni hai esordito in serie A, a fianco di campionesse come la Parejo, la Colasuonno, la Fusciani che esperienza è stata per te?
Ho imparato tanto da queste grandi giocatrici, sia dal punto di vista calcistico che umano. Sono cresciuta osservando e provando a ripetere ciò che vedevo. Un grande esempio per me è stata Federica D’Astolfo una giocatrice dalla quale ho imparato veramente tanto, secondo me una delle migliori centrocampiste del calcio italiano. Dare la palla a lei era come metterla in cassaforte, l'Andrea Pirlo del calcio femminile.
Quanti giorni a settimana ti alleni?
Solitamente mi alleno 3 giorni a settimana, e poi la partita in genere di domenica.
Tra una risposta e l’altra, ne approfitta per fare un po’ di stretching, qualche saltello, piccoli scatti, giusto per non raffreddare la muscolatura…
Quanto è difficile portare avanti questo sport, dilettantistico ma che ti impegna come fosse professionistico?
Sicuramente ci sono delle difficoltà da affrontare, tanti sacrifici, soprattutto perché per allenarmi devo viaggiare da Gonnostramatza ad Assemini e questo mi toglie del tempo anche nella vita privata.
Sfotte bonariamente una compagna di squadra che ha appena subito un tunnel.
La tua carriera finirà nel Villacidro?
Non so dove finirò la mia carriera, per ora mi trovo molto bene al Villacidro. Che finisca nel Villacidro o altrove spero solo che ciò avvenga tra molti anni...
Lasciamo per un attimo da parte il calcio, e parliamo un po’ di te…
Ho appena finito di fare un tirocinio presso il Comune di Gonnostramatza. Sto completando gli studi per prendere la patente Europea. Passo il tempo libero con gli amici e mi piace viaggiare. Sono una gran curiosona mi piace scoprire posti nuovi, culture diverse…
Qual è l’ultimo libro che hai letto?
"Io uccido" di Giorgio Faletti.
Confessa timidamente di non essere una grande lettrice. Nei ritagli di tempo preferisce ascoltare musica....
La canzone che ami?
La musica in generale mi piace tutta, sia artisti vecchi che nuovi, dipende soprattutto dal momento. Dalla sempreverde Mina alla più recente Adele, passando per Biagio Antonacci, Elisa e tanti ma veramente tanti altri.
Il tuo film preferito?
“La ricerca della felicità”, l’avrò visto e rivisto non so più quante volte.
Il Mister invita Virginia a riprendere l’allenamento, c’è da curare con particolare attenzione la tattica in vista della prossima difficile trasferta di campionato
<<Grazie Virginia, in bocca a lupo per tutto…ed ora stai tranquilla che il tuo Villacidro potrà contare anche sul tifo di tutti i tramatzesi!!!>>
MauriZio