Don Giovanni Casu, il “San Giovanni Bosco di Gonnostramatza”
Giovanni Casu nasce il nove di gennaio del 1907, nel bel mezzo di una tremenda crisi economica e politica che sconvolge non solo l’Italia ma il mondo intero. Nella modesta casa, a Guspini, un paesone, di allora, settemila anime, non c’e l’abbondanza, e tavolta neanche il necessario, ma Giovanni, un bimbo intelligentissimo, si fa amare da tutti. Lavora in cento modi.
Porta al pascolo gli animali, attinge l’acqua dal pozzo, innaffia gli orti, sorveglia i bimbi più piccoli di lui e li fa divertire raccontando storielle allegre, costruisce giocattoli, cestini di vimini, gabbie per uccelli. E la sera, dopo la lunga laboriosa giornata, parla del Vangelo a piccoli e grandi, raccolti intorno a lui. Ma questa sua sofferta infanzia viene ancor più sconvolta dall’arrivo dell’inutile catastrofe della grande guerra del 15-18, che doveva essere una guerra lampo e dura invece ben quattro anni e provoca danni terribili, costa milioni di morti, produce sofferenze inaudite e immense difficoltà economiche.
Giovanni prega continuamente: “per la conversione dei peccatori, perché si stabilisca presto nel mondo sconvolto e insanguinato la pace giusta e serena, perché presto l’umanità si affratelli nel nome e nell’amore di Dio”. Il suo è sempre più un vivere senza ombre con Dio nell’anima.
Entra così in seminario e finalmente riceve la consacrazione sacerdotale: “Tutto ho lasciato per Iddio. Egli solo mi basta. Con le Divine dolcezze del Sacerdozio mi ha avvinto. Mi ha costituito Suo Sacerdote in eterno”. Arriva a Gonnostramatza alla fine degli anni trenta, insieme alla sorella che lo aiuterà e conforterà nel suo breve ma intenso cammino di fede e carità cristiana.
Raccoglie intorno a sé i tanti bisognosi e offre loro il confortevole fuoco della sua bontà, dando consigli, incoraggiamenti, pane e pasti caldi. Il giovane parroco si moltiplica per consolarli tutti, per sfamarli tutti. Acquista con i pochi risparmi rimastigli una statua in gesso di San Giovanni Bosco a cui è devotissimo e da cui trova forza e sana ispirazione cristiana. Proprio in onore del Santo il trentuno di gennaio trasforma il piazzale della chiesa di San Michele in un piacevolissimo parco giochi con tanto di albero della cuccagna e organizza indimenticabili pentolacce, riempiendo le vecchie pentole di terracotta con le generose offerte dei tramatzesi benestanti.
Si ingegna a ricavare dai copricapi sacerdotali delle preziose calzature che offre ai piccoli chierichetti, che non hanno scarpe per servire la messa. La gioventù senza appoggio e senza guida ha così la sua fiamma gioiosa. Quando il 12 settembre del 1943 Don Giovanni Casu muore nel piccolo ospedaletto militare di Ales, conta solo 36 anni. Lascia a un poverissimo ragazzo, che lo aiuta nella sua pastorale animazione, il consunto cappotto e le vecchie scarpe.
Nel cimitero di Ales, dove è ancora sepolto, lo piangono centinaia e centinaia di tramatzesi, ch’egli aveva saputo trarre dalle tenebre e sospingere verso la luce.
Bellissimo racconto!! Complimenti Dott. sagamentu... in quanto alla festa di San Giovanni Bosco, che appunto si festeggiava il 31 di gennaio, era una bellissima festa dedicata ai bambini!! sarebbe bello che si rifesteggiasse, mi piacerebbe tanto! sarebbe bello per i giovani, ma anche gli adulti rivivrebbero e ricorderebbero la loro infanzia in un pomeriggio di festa.
Di
Nanni Pinna
(inviato il 09/01/2010 @ 10:21:00)
# 2
Don Casu è ancora nei cuori di molti Tramatzesi anche giovani... ma qualcuno non faccia spunto di Don Casu per festeggiare San Giovanni Bosco... Penso ci voglia ben altro per ricordare Don Casu... a buon intenditor poche parole.
Di
Anonimo
(inviato il 10/01/2010 @ 08:13:55)
# 3
Caro Anonimo...io ho ritenuto il post del Dott.Sagamentu un bel racconto!. punto. Poi... firmandoti!, faresti più bella figura.
Di
Nanni Pinna
(inviato il 10/01/2010 @ 19:02:37)
# 4
Grazie Nanni, era il minimo che si potesse fare per un GRANDE come Don Casu. A sentire gli anziani tramatzesi (mio padre compreso) Don Casu era un santo che forse avrebbe meritato più considerazione da parte del paese a cui aveva dato tutto se stesso... Alcune persone di Ales mi hanno raccontato che la tomba del "santo tramatzese" Don Casu è in uno stato di abbandono. Non si potrebbe fare qualcosa per riportare il Don Casu nel cimitero di Gonnostramatza??? Un abbraccio dal Dottor Sagamentu alias Maurizio Medda
Di
Anonimo
(inviato il 11/01/2010 @ 10:54:32)
# 5
data la mia età ho conosciuto don casu solo dai racconti dei miei genitori e da quanto ho letto quì,sono anche io del parere che debba tornare al paese che lui ha stimato e che ancora lo ricorda.fate qualcosa....ciao
Di
anonima
(inviato il 11/01/2010 @ 21:43:20)
# 6
Chiedo scusa per l’intromissione nelle belle storie di Gonnostramatza. Però ritengo giusto testimoniare la grandezza del vostro don Casu per le mie conoscenze, anche se orali. Ho avuto l’onore e la fortuna di essere stato amico di un vostro compaesano e grande prete: Mons. Michele Pinna. Da don Pinna ho sempre sentito raccontare la grandezza nella povertà di don Casu e la stessa vocazione di don Pinna per il sacerdozio è dovuta all’esempio evangelico di don Casu. Gonnostramatza penso che debba onorare al meglio i suoi grandi personaggi.
Ma è fattibile spostare Don Casu nel nostro cimitero tramatzese??? Sarebbe una bella e giusta cosa.
Di
Dayol
(inviato il 18/01/2010 @ 10:24:16)
# 8
Credo non esistano problemi a "traslare" cioè a trasferire la salma del buon Don Casu dal Cimitero di Ales al cimitero di Gonnostramatza, anche perchè sono oramai trascorsi ben 67 anni dalla morte dello stesso. So che qualcosa incomincia a muoversi e credo che presto ci saranno delle buone nuove. Speriamo e ce lo auguriamo di cuore...Saluti
Di
Maurizio Medda
(inviato il 18/01/2010 @ 16:51:55)
# 9
Mio padre lo ricorda con affetto e tutt'ora mi racconta di lui e dei suoi giochi con i bambini. Don Casu lo ha cresimato.