Di SuGiornalista (del 28/07/2010 @ 09:03:04, in News, linkato 1518 volte)
Clamoroso! : A fine luglio a Gonnostramatza è arrivato il freddo, Sabato e Domenica il picco con temperature in calo di 38-40 gradi. Una perturbazione dalla Russia ha raggiunto nel fine settimana il piccolo paese della Sardegna.
GONNOSTRAMATZA - Una precoce ondata di freddo, dal sapore invernale, si è abbattuto sul nostro paese. Dopo il passaggio di due perturbazioni che hanno portato temporali e pioggia in gran parte de SU XIADEDDU, domenica un nucleo di aria polare, partito dalla Russia nord occidentale, ha raggiunto dapprima SU XIAUMANNU, per poi propagarsi rapidamente in SU XIAU DE SA RUSSIA e al fiume adiacente con intensi venti nordorientali.
TEMPERATURE IN CALO - Sabato e domenica - spiega il metereologo pazzo IL BOTTIGLIARO, esperto in “Stagioni Tramatzesi” del CENTRO ICHNUSA METEO DI SANTU PABI complice anche l'arrivo di un primo nucleo di aria fredda, «le temperature massime diurne sono scese di circa 38-40 gradi su quasi tutto il paese.
Si arriverà a toccare valori di -10/-14 gradi in SA ZONA DE PIZZUARROIA e sull’AREA DI COTIERRU. Freddo e vento insisteranno in ROIA LUAS fino a giovedì per il persistere sul RIU MANNU di un vortice di bassa pressione colmo di aria polare». In SERZELA, invece, la colonnina di mercurio riprenderà a salire già da venerdì. «Il freddo - conclude IL BOTTIGLIARO - sarà accompagnato, soprattutto nella giornata di mercoledì, da rovesci diffusi in SA ZONA DE SAINTILLA e persino da nevicate fino a quote intorno 500-600 metri sulle colline tramatzesi de PABA MASSUSU».
Oggi 23 Luglio 2010, la Tramatzese Tzia Ernesia Paulis compie 105 anni. Lo Staff de SuTramatzesu era presente alla giornata di festa che i parenti e gli amici le hanno voluto regalare. Presente anche una rappresentanza del Consiglio Comunale che assieme al Sindaco hanno fatto visita alla nonnina di Gonnostramatza, per porgerle a nome di tutti i Tramatzesi gli Auguri per il suo 105° compleanno. Ancora tanti cari Auguri anche da parte di tutto lo Staff de SuTramatzesu a Tzia Ernesia.
Il post del Blog SuTramatzesu relativo ai 104 anni di Tzia Ernesia
La longevità ha sempre affascinato e appassionato l'uomo. Tra i patriarchi biblici si ricordano i 174 anni vissuti da Abramo, i 147 di Giacobbe e i 120 di Mosè. Ma è Matusalemme con i suoi 969 anni, ad essere riconosciuto come l'uomo più longevo mai esistito. La Sardegna, dopo il Giappone, è considerata la zona del mondo con la più alta percentuale di persone che hanno più di 100 anni. Sulla nostra isola vivono circa 200 centenari, forse per una particolare selezione genetica causata dalla malaria o forse per il nostro antico isolamento, ma potrebbe anche essere per lo stile di vita o per le caratteristiche ambientali. Nei piccoli paesi, come il nostro, sono ancora molto sentiti il rispetto e la cura dell'anziano, e questo sembra influire positivamente sulla longevità che viene confermata da una bassa percentuale di centenari nelle città a fronte di un'alta percentuale nei paesi sotto i tremila abitanti. Tutto questo bel preambolo per ricordarvi che noi tramatzesi possiamo vantarci di rientrare nel ristretto club degli ultracentenari sardi. Infatti oggi 23 luglio 2009 qui a Gonnostramatza ha compiuto la bellezza di 104 anni Ernesia Paulis, la nostra simpatica nonnina, originaria di Pauli Arbarei, ma tramatzese dall'età di 23 anni dopo aver sposato tziu Mario Atzeni. Ernesia inizia a lavorare giovanissima nei campi e a servizio nelle case delle famiglie benestanti del paese, sopportando grandi sacrifici e privazioni, per crescere dignitosamente gli otto figli, di cui cinque ancora vivi, e dai quali ha avuto ben undici nipoti e un plotone di pronipoti. Oggi festeggerà l'importante traguardo raggiunto a casa della nipote Gabriella Teribint, che la cura e la accudisce con tanto amore. Perchè per oltrepassare il secolo di vita è importante sentirsi amati ed essere inseriti all'interno di una famiglia e della comunità . Auguriamo e brindiamo anche noi a tzia Ernesia di arrivare ad oltre 110 anni. Per lei il tradizionale detto sardo "a centannusu" è veramente inopportuno!!!
Carissimi amici tramatzesi e non, ho il piacere di presentarVi il primo Video dedicato alle Stagioni Tramatzesi relative all’anno in corso.
La Primavera, in sardo “Beranu”, Vi verrà raccontata attraverso le immagini più belle della nostra terra che con i suoi mille colori ed i continui mutamenti, ci testimonia il periodo dell’anno in cui avviene la nascita - rinascita della Natura.
Il profumo inebriante delle prime rose di Maggio, le Orchidee, i Papaveri, Su Caraganzu, il Biancospino, Su Tramatzu.. la campagna tramatzese è un continuo fiorire e sbocciare... siamo in quella che viene definita la “Prima-Vera-Stagione” .....
Buona Visione
Il Bottigliaro
Il Video della Primavera Tramatzese(ilbottigliaro)
Di Miss Fantasy (del 15/07/2010 @ 17:53:39, in Libri, linkato 1268 volte)
Un “Isola” tutta da leggere…
Cari amici, riprendiamo la rubrica letteraria “Un Isola tutta da leggere”, un originale esperimento di mescolare l’amore per la lettura e l’amore per la Sardegna e le sue culture. Un invito a conoscere gli scrittori sardi che magari non abbiamo mai letto o, possiamo pure confessarlo, mai sentito nominare. Riguardo agli altri, invece, quelli più noti e apprezzati, potremo divertirci ad indovinare il nome dell’autore o il titolo dello scritto.
Il precedente post era stato dedicato ad un grande della nostra letteratura, il poeta, scrittore e grande intellettuale di Nugheddu San Nicolò: Ciccito Masala. Oggi invece parleremo di uno scrittore sardo di talento e sicuramente originale, che contrariamente a Ciccito Masala è nato e cresciuto nel sud della Sardegna.
Provate ad indovinare di chi stiamo parlando:
…se esiste una parola per dire i sentimenti dei Sardi nei millenni di isolamento tra nuraghe e bronzetti forse è felicità. Passavamo sulla terra leggeri come acqua, come acqua che scorre, salta, giù dalla conca piena della fonte, scivola e serpeggia tra muschi e felci, fino alle radici delle sughere e dei mandorli o scende scivolando sulle pietre, per i monti e i colli fino al piano, dai torrenti al fiume, a farsi lenti verso le paludi e il mare, chiamata in vapore dal sole a diventare nube dominata dai venti e pioggia benedetta…
L’opera in questione è una carrellata storica, in forma romanzesca delle più importanti vicende isolane, dalla preistoria fino all’arrivo degli aragonesi. Il tutto raccontato, con procedimenti letterari tipici della narrativa orale, da un vecchio allevatore di cavalli, Antonio Setzu, a un ragazzino desideroso di conoscere le cose del passato. Si parte dalle più remote profondità del tempo. Dai giorni in cui un misterioso popolo, esule dalla sua patria, approdò nell'isola che per sempre lo avrebbe ospitato.
…ventuno sopravvivemmo, e dovemmo imparare a coltivare i frutti e le erbe, a catturare e mungere le pecore e le capre. Coi giunchi lunghi, neri, resistenti, che trovammo nelle paludi a meridione dell’approdo, facemmo le nostre case… …non dimenticammo i numeri. Confondemmo le distanze, forse. La conoscenza si fermò. Smettemmo d'essere sacerdoti. E da quei ventuno la popolazione crebbe sin quando non furono ventuno i villaggi, e per “ogni gente le altre venti erano estranee o nemiche…eravamo gente alta e stando nell'isola siamo diventati piccoli perché tutto trapiantato nelle isole di questo mare diventa più piccolo, più scuro, più gustoso? O gente piccola già in origine? Piccoli di statura, scuri di pelle, abituati a pensare, ragionare, contare, mai concordi fra noi. Così siamo tuttora, fatti salvi gli imbecilli che non mancano e nessuna legge potrà mai limitare….
Inizia così un’ epopea che si snoda tra fasi alterne in un lungo arco temporale, con la presenza di invasori che non riuscirono del tutto a piegare la resistenza del nostro popolo saldamente legato alla terra, in sintonia con un bellissimo ambiente naturale dal quale ricavava tutto ciò che occorre per vivere.
…dobbiamo la sopravvivenza in libertà a tutti i barbari che trovi nei libri di storia: goti, burgundi, celti, germani, unni, vandali e tutti i popoli che attaccarono l'impero prima mettendolo in ginocchio poi atterrandolo e infine distruggendolo, dando fine alla nostra guerra millenaria. Facemmo la nostra parte non cedendo il cuore dell'isola….
Tutto finisce con l'avvento degli Aragonesi, quando Karale diventa Caglié, e quando scompare la civiltà fondata sui giudici; da quel momento in avanti, l'indipendenza sarda si colora di un'autonomia che suona come servitù, o si tinge di sconfitta. L'orgoglio e la storia non mutano, e la speranza di restituire linfa e senso alla perduta leggenda del popolo dei danzatori delle stelle non conosce termine.
Stiamo parlando dell’ultimo romanzo di Sergio Atzeni, concluso nell'agosto del 1995, una manciata di giorni prima della morte dell'artista nel mare dell'isola di San Pietro.
“Passavamo sulla terra leggeri” è un congedo doloroso, e toccante: un lascito testamentario di uno scrittore intenso, lirico e massimalista, dedicato e rivolto a tutti gli intellettuali e i letterati isolani, e ai letterati patrioti di tutte le nazioni.
Nato a Capoterra nel 1952, aveva vissuto a Orgosolo e a Cagliari dove si era formato umanamente e culturalmente. Nel 1986 decise di lasciare l’isola andando a vivere, cambiando più volte lavoro, all’estero e nella penisola, fino al trasferimento a Torino dove si era stabilito ormai da alcuni anni. All’ Apologo del giudice bandito (1986) sono seguiti gli altri romanzi: Il figlio di Bakunìn (1991), anch’esso edito da Sellerio, e Il quinto passo è l’addio (1995), per Mondadori.
Una settimana prima di morire aveva consegnato a Mondadori il manoscritto del suo quarto romanzo uscito postumo Passavamo sulla terra leggeri (1996). Postumi usciranno anche i racconti sotto i titoli: Sì…otto (Condaghes 1996), Bellas Mariposas (Sellerio 1996) (comprendente Il demonio è cane bianco - il suo primo racconto pubblicato la prima volta a Cagliari nel 1984 con Le Volpi Editrice, e il titolo Araj dimoniu, antica leggenda sarda – e Bellas Mariposas, l’ultimo, finito di scrivere nell’estate del 1995), Racconti con colonna sonora e altri in “giallo” (Il Maestrale 2002), Gli anni della grande peste (Sellerio 2003); la raccolta poetica Due colori esistono al mondo. Il verde è il secondo (Il Maestrale 1997); una raccolta di fiabe con Rossana Copez Fiabe sarde (Condaghes 2002); dei documenti-racconti col titolo Del raccontar fole (Sellerio 1999).
Buona lettura e a risentirci tra un mesetto con un altro grande scrittore sardo.
L’Artista Tramatzese compie 50 anni. Grande concerto in suo onore dell’amico Edoardo Bennato. Cinquanta candeline per uno degli artisti più famosi di tutti i tempi: “Il Bottigliaro” oggi compie cinquanta anni. Tutto il mondo artistico e culturale farà gli auguri al nostro artista tramatzese, in collegamento mondovisione, e canterà <>, dalla Praza de Cresia di Gonnostramatza, dove si terrà il mega concerto che l’intramontabile cantautore-amico EDOARDO BENNATO ha organizzato in suo onore.
Nato a Gonnostramatza il 12 luglio del 1960, all’anagrafe risponde al nome di Antonio Scano, ma per tutti è sempre stato solo “Il Bottigliaro”, l’artista eclettico che tutto il mondo ci invidia. Fantasioso ceramista dal 1981, iniziò a lavorare nel centro Isola di Oristano, ma dopo la creazione della famosissima “BOTTIGLIA ACCHIAPPASOGNI” arrivò ad esporre nel più celebre museo del mondo IL LOUVRE di Parigi.
Una magica bottiglia di ceramica con una bocca sull’orlo. Una bocca che cattura i sogni non li realizza, li custodisce e che ha fatto riscoprire a persone di tutto il mondo che sognare aiuta a vivere meglio. Consegnò la magica bottiglia al suo amato cantautore EDOARDO BENNATO a Sant’Antonio di Gallura.
Qualche mese più tardi , a Carbonia, toccò all’emozionato cantante PIERO PELU’, che gliela chiese fingendosi nel forum un fan di Bennato.
La Bottiglia AcchiappaSogni costruisce amicizie e dimostra che la gente di una società frenetica come la nostra, che non lascia più spazio ai sentimenti, agli ideali e ai sogni, ha invece bisogno di far volare le ali della propria fantasia. La magica bottiglia continuò a mietere successi in tutto il mondo, la gente era disposta a tutto pur di averla, tanto che nell’estate del 2008, addirittura il presidente OBAMA pur di averne una copia, arrivò a richiedere l’amicizia al Bottigliaro attraverso il social network FACEBOOK. La famosa bottiglia portò bene al presidente americano, che il 4 novembre 2008 vinse sorprendentemente le elezioni presidenziali superando il senatore repubblicano dell’Arizona John McCaine e si insediò ufficialmente alla presidenza il 20 gennaio del 2009.
Ma il Bottigliaro non è solo un famoso ceramista, è anche uno dei più grandi fotografi del mondo. Iniziò a fotografare a 4 anni, e non si fermò più ed oggi è considerato uno dei più eclettici reporter. Le sue immagini sono di grande effetto. Riproduce secondo un procedimento personale con la stampa dei mezzi toni ricorrendo a colori speciali. Ha scritto in sardo parecchi libri sulla fotografia e continua a tenere corsi alla famosa scuola superiore di Arte figurativa di Pompu. Fondò a Gonnoscodina, nel lontano 1986 il famoso gruppo dei “I Fotografi Pazzi”. Nel 2009 ricevette l’invidiabile titolo di GRANDE UFFICIALE DELLA REPUBBLICA. Fu il capo dello stato GIORGIO NAPOLITANO a insignirlo "per il lavoro svolto nella società civile a favore dell'innovazione, dell'arte, della fotografia, della conservazione delle tradizioni delle regioni e dei paesi italiani".
E’ con vivo piacere caro il nostro amico BOTTIGLIARO che ti porgiamo gli auguri sentiti e sinceri per il tuo cinquantesimo. Pensando ai tuoi cinquanta anni proviamo emozione, perché tu hai attraversato le vicende tristi e felici della nostra storia tramatzese e non ti sei certamente risparmiato: hai vissuto in anni in cui non c’era l’attuale e innovativa tecnologia, ma tu con ostinazione, fatica e sacrifici, girando il mondo con malandate macchine fotografiche (la vecchia Polaroid) e con ingombranti e mal funzionanti cineprese (le 8mm) sei riuscito a trasmettere ai giovani un prezioso patrimonio di tradizioni e di valori culturali e religiosi che sono da sempre alla base della nostra comunità.
Ricordiamo sempre con piacere le tue 151.456.899 indimenticabili fotografie e i tuoi 12.351.610 video realizzati in tutte le ore della giornata, in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi (o forse fiumi!) che dimostrano il tuo immenso amore per Gonnostramatza e la tua grande gioia di vivere. Sei per tutti noi un esempio di vita. Ti siamo tutti intorno caro il nostro Toni, in un abbraccio fraterno e ci ripromettiamo di fare tesoro della tua testimonianza di vita per farne partecipi i più scoraggiati, quelli in difficoltà. La tua “lunga giovinezza” è per la nostra comunità motivo di compiacimento che vogliamo attestarti con affetto.
Con i più vivi Auguri, un abbraccio e mi raccomando almeno per il giorno del tuo cinquantesimo compleanno riposati, rilassati e goditi questo indimenticabile giorno, lascia che siano altri a fare foto e video.
Staff Su Tramatzesu
DIMENTICAVAMO:
Edoardo Bennato tramite il suo Staff ci ha contattato ed inviato ieri i suoi personali Auguri per l'amico "ilbottigliaro".
C’era una volta un giorno normale che adesso è un giorno speciale c’era una stella tramatzese sospesa nel cielo leggera come un pensiero e quella stella da allora brilla soltanto per te....
Buon compleanno Bottigliaro oggi tu sei il re re di nessun regno il più importante che c’è.
Lì nella tua bottega di ceramica tutti invitati alla festa e tra i regali, di tutti i colori chissà chi ha mandato quella bottiglia la magica bottiglia Acchiappasogni e tu soltanto lo sai, ma è un segreto e non lo dirai....
Buon compleanno Bottigliaro oggi tu sei il re re di nessun regno il più importante che c’è ...e tu re più pazzo che mai per me sarai sempre l’artista bambino anche se hai, se hai un anno di più...buon compleanno Bottigliaro... Oh happy birthday to you
Nel 1999 il gruppo Teatrale Tramatzese dell'Oratorio San Luigi di Gonnostramatza, dopo aver messo in scena alcune delle piu' importanti commedie e farse scritte per il teatro da i piu' noti commediografi Isolani, decide di rappresentare grazie anche ad una buona dose di improvvisazione, semplici barzellette e racconti di vario genere. In questo caso, prendendo spunto dal libro di Domenico Garbati "Racconti Umoristici Sardi " proponiamo uno sketch incentrato sulla creazione dell'Uomo e della donna. "De Aramu lassau solu cun Eva Sbentiara" vede come protagonisti me Antonio Scanonella veste di "Narratore", Ulisse Sebis nella parte di "Il Creatore", Andrea Abis nel ruolo di "Adamo" ed infine Federico Sebis che reciterà la parte di "Eva".
La risata l'abbiamo strappata, percio' nel nostro piccolo e' stato un successo, ve la riproponiamo in video in attesa di poterla un giorno rappresentare nuovamente a teatro.
" C’era una volta un piccolo paese di collina attraversato da un incontaminato torrente e immerso nel verde di una rigogliosa campagna fiorita. Vivevano in questo tranquillo e sereno paesino, chiamato Gonnostramatza, delle fatine buone dotate di un incantevole voce, che si dilettavano con tanto altruismo e sana carità cristiana ad animare con il loro bel canto e la loro coinvolgente musica, la messa domenicale e tutte le feste religiose del paese.
Diffondevano con la musica e il canto un messaggio di gioia, tra i tanti anziani e i pochi ragazzi e bambini, bisognosi più che mai di un sorriso, di una parola di conforto, di un po’ di musica che gli aiutasse a superare le difficoltà. Prese dall’entusiasmo avevano anche acquistato, con i loro piccoli risparmi, tutta la bastante attrezzatura d’avanguardia, per offrire una qualità ancora maggiore nei brani da eseguire, affinché il loro canto e la loro musica arrivassero meglio e dappertutto.
Ma un Martedì di Giugno, e più precisamente il 29 mattina, nella piccola chiesa di campagna di San Paolo, durante l’imponente e sentita festa paesana, dei piccoli folletti dispettosi, e forse un pochino invidiosi della bravura e della bontà delle fatine, portarono via loro, due microfoni e un asta, che le ingenue fatine avevano appoggiato incautamente sopra il muraglione in pietra antistante la chiesa. Le fatine buone con le lacrime agli occhi cercarono per ore e ore, chiedendo di qua e di la, andando su e giù per la campagna di Serzela, mentre i dispettosi e invidiosi folletti se la ridevano, nascosti nel boschetto dietro imponenti querce secolari, soddisfatti di essere riusciti a far piangere le fatine buone.
Dei preziosi microfoni e dell’asta, non se ne seppe mai più nulla. Le fatine buone persero la gioia di cantare e suonare e il piccolo paese senza la loro musica e il loro canto diventò giorno dopo giorno sempre più triste…
Ora cari amici, vi chiediamo di aiutarci a cambiare il finale di questa triste favola. Se qualcuno di voi ha visto, per caso, martedì 29 giugno a fine mattinata, qualche “folletto dispettoso” aggirarsi nei paraggi della chiesa di San Paolo e trafugare i microfoni e l’asta lo convinca, gentilmente, a restituire il tutto alle “fatine buone” affinché riprendano ad allietarci con la loro coinvolgente musica e il loro bel canto. E voi cari “folletti dispettosi” riflettete sul vostro gesto inconsulto, e se decidete di cambiare idea, cortesemente, lasciate un messaggio su questo blog, e crediamo che tutto il paese di Gonnostramatza ve ne sarà grato.