Di Subixinu (del 02/08/2011 @ 18:07:51, in SuBixinau , linkato 1534 volte)
Passavamo sulla terra leggeri… della giara di Siddi!!!
A Siddi paese conosciuto per la tipica pasta lavorata a mano i marraconis fibaus si è svolta la scorsa settimana, organizzata dall’Amministrazione Comunale, dalla popolazione, da associazioni e aziende, con la collaborazione di Slow Food, la sesta edizione dell’eccellenza gastronomica dedicata alla cultura del cibo, della terra e del territorio. Tre giorni attorno al cibo elemento identitario di convivialità, singolarità, bellezza che Roberto Petza, altri chef internazionali e gli abitanti di Siddi hanno proposto ai tantissimi visitatori con piatti originali, accompagnati da artistici ingredienti e indimenticabili momenti di condivisione, riflessione, arte, spettacolo, degustazione.
Sabato sera, al calar del sole nell’emozionante location de “Sa Domu de s’Orcu” Paolo Fresu, Gavino Murgia e Bebo Ferra hanno dato vita ad un concerto di rara bellezza ed emozione, che mi ha fatto provare una sensazione stranissima, forse l’aggettivo migliore per definirla è “sospensione”! Sospensione fra l’antico e il moderno, fra il razionale e il mistico. Sospensione di corpi di persone sparse in contemplazione di una musica moderna e ancestrale!
Fortunatamente mi sono trovato in retrovia per osservare e non essere osservato. E così ho visto volti di tutte le nazionalità, ho visto giovani, bambini, persone non più giovani. Piacevolmente distratto da un continuo via vai di umanità compostamente caotica, in cerca di una pietra su cui sedersi e godersi rilassato il concerto! Accanto a me una folla sconosciuta e visi noti che, con il mio sguardo curioso, seguivo e cercavo di classificare per provenienza, interesse musicale, o semplice e sana curiosità per le vite degli altri.!
Scrutando tra i volti ho visto madri allattare bambini, disabili amorevolmente assistiti, giovani bevitori di birra, una coppia di anziani amorevolmente abbracciati, una ragazza asciugare le lacrime di un ragazzo piangente, mi sono chiesto chissà perché piange? Nel frattempo le note della tromba mi arrivavano all’orecchio sempre sospese fra il nero della terra e il cielo grigio di nuvole e rosso di sole.
Sul finire del concerto, stanco di stare seduto su quella scomoda pietra millenaria di basalto, che a fatica mi ero conquistato, mi sono alzato … e … in quel momento il sole che stava tramontando si è fuso con le note musicali e con la magia del monumento. L’ultimo raggio di sole ha colpito me e la pianta di lentischio che mi stava accanto. Ha colpito anche le persone che mi stavano vicine!
Per un attimo,… un infinito attimo“ sospeso” ci siamo girati in direzioni opposte, e quando la penombra del tramonto è scesa, l’ultima nota suonata ci ha fatto guardare in faccia, i nostri sguardi si sono incrociati per un attimo, un lungo intenso attimo… e avevamo tutti gli occhi lucidi !!!! E’ stato questo il nostro reciproco saluto senza parole!