E’ stato realizzato da Lorenzo Cavaro, capostipite della Scuola Cagliaritana di Stampace, nel 1501 ed è l'unica opera da lui firmata. Si tratta di un retablo (dal latino "retro tabula" che significa "dietro la mensa dell'altare": i retabli sono, infatti, grandi strutture lignee che venivano disposte dietro l'altare) di medie dimensioni, olio e tempera su tavola, raffigurante nello scomparto mediano superiore la Crocifissione, in quello superiore sinistro l'Arcangelo Gabriele, in quello destro la Vergine annunciata, nello scomparto mediano inferiore la Madonna col Bambino in trono attorniata da angeli musicanti, nello scomparto inferiore sinistro San Pietro, in quello destro San Paolo. La predella, (corrispondente allo zoccolo della cornice) composta di nove pannelli, presenta il tabernacolo aggettante con la Pietà al centro. In sequenza da sinistra a destra sono raffigurati: Santa Caterina d'Alessandria, San Giorgio a cavallo, San Sebastiano, l'Addolorata, la Pietà, San Giovanni plorante, San Pantaleo, San Giuliano a cavallo (speculare al San Giorgio), Santa Lucia. I polvaroli (cornici aggettanti che proteggono il dipinto dalla caduta della polvere) sono decorati con tipici motivi rinascimentali, ed in alto al centro c'è il monogramma YHS in lettere gotiche. Le caratteristiche cornicette gotiche in legno intagliato e dorato sono ben conservate soprattutto nella predella. Il retablo è connotabile nel filone rinascimental-popolaresco che ha come precursore l'anonimo Maestro di Olzai (c'è chi pensa siano la stessa persona), Lorenzo Cavaro si distingue per il tratto naif della sua arte, con accenti di purezza ed intensità espressive. In questo retablo sono evidenti i legami con la tradizione gotico-catalana non solo nell'impianto strutturale d'insieme, ma anche nella rappresentazione statica delle figure (vedi in particolare la rigidezza delle gambe di Cristo Crocifisso), nella mancanza di plasticità degli incarnati, nello sfondo oro di alcuni pannelli della predella. Nei pannelli più grandi lo sfondo raffigura invece paesaggi o ambienti interni alla maniera rinascimentale, seppure di scarsa rilevanza prospettica.
Il retablo di Lorenzo Cavaro è custodito all'interno della Chiesa di San Michele Arc. ( Patrono di Gonnostramatza)
Testo di: Stefano Pani ( grazie da parte dello staff )
Parlando del Retablo del Cavaro sarebbe oppotuno ricordare la sua provenienza e ..la sua storia prima che da Villacidro facesse ritorno a...Serzela....o quasi... unu codiesu
Di
eugenio IBBA
(inviato il 11/02/2009 @ 16:15:40)
# 2
Caro signor Eugenio, sarebbe interessante si, ricordare tutte le vicisittudini del famoso retablo tramatzese, ma io sinceramente le conosco solo per sentito dire e non so quanto possano essere veritiere ed attendibili. Il mio post non vuol essere altro che una breve e semplice spiegazione pittorico-artistica, visto che nella mia vita mi sono interessato di opere d'arte sia come pittore ma soprattutto come restauratore. Continui a seguirci, perchè è un grande piacere scrivere per persone attente e sensibili all'arte come lei. Grazie ancora... Stefano Pani
Di
Anonimo
(inviato il 13/02/2009 @ 18:18:03)
# 3
Occorre ricordare che il Retablo è stato riportato a Gonnostramatza nella metà degli anni settanta grazie all'interessamento di un grande Sacerdote: Don Piergiorgio Mudadu. Vi ricordate come era quando arrivò a Gonnostramatza? Aveva degli spazi bianchi; sucessivamente fu portato a restauro a Firenze e riportato alle origini. Grazie Stefano della tua consulenza. Per Dottor S(e)gamentu: non sarà ora di valorizzarlo di più questo retablo? Naturalmente con serietà. Un amico.
Di
Gigi
(inviato il 13/02/2009 @ 20:42:43)
# 4
Carissimo sig. Gigi mi trova d'accordissimo con la sua considerazione. Credo anch'io che quest'importante opera meriti una più adeguata collocazione (andrebbe anche restaurata e valorizzata nell'interezza la chiesa) e una più ampia considerazione da parte di tutti... Ma qui rischiamo di addendrarci in un terreno minato con considerazioni di carattere politico, che sinceramente non mi sembra il caso di affrontare in questo apartitico e per questo bellissimo BLOG. Saluti Dottor S(a)gamentu
Di
Anonimo
(inviato il 15/02/2009 @ 08:35:35)
# 5
Carissimo Sig. S(g)amentu, il fatto di dire che il retablo del Cavaro deve essere valorizzato non è una considerazione politica, ma se i politici o qualcun altro vede ingerenza... beh... allora è meglio che rimanga così com'è. Un saluto
Di
Gigi
(inviato il 15/02/2009 @ 11:31:52)
# 6
«La posizione secondo cui l'arte non dovrebbe aver niente a che fare con la politica è gia una posizione politica.» George Orwell Partendo da questo aforisma caro sig Gigi mi ripeto, ribadendo che il retablo di Gonnostramatza è un importantissima opera d'arte che andrebbe certamente valorizzata al meglio per il bene di tutta la comunità e non solo il retablo!!! Noi nel nostro piccolo purtroppo ne possiamo solo parlare, e continueremo a farlo per il bene del nostro amato paese, e credo che parlarne sia già una gran cosa, sa rimuove e fa riflettere le coscienze più di quanto si creda, ma le scelte e le decisioni vengono prese da altri che non mi sento di giudicare, e mi sforzo di capire, il più delle volte senza riuscirci. Un abbraccio Dottor S(a)gamentu
Di
Anonimo
(inviato il 16/02/2009 @ 10:12:29)
# 7
Carissimo Dottor S(a)gamentu, mi dispiace però io penso che dire di valorizzare il Retablo non è politica; poi cosa vuol dire politica? Il retablo è di proprietà della Parrocchia e non di una istituzione dello Stato e come Lei ben sa la Chiesa non fa politica. Pertanto ribadisco che questo Retablo occorre valorizzarlo di più. La saluto cordialmente.
Di
Anonimo
(inviato il 16/02/2009 @ 17:04:51)
# 8
Bene siamo d'accordo entrambi sul valorizzare il Retablo. Di questi tempi è già una gran cosa. Allora attiviamoci affinchè venga dato un sostegno serio e programmato allo sviluppo sostenibile e integrato delle ricchezze e potenzialità di Gonnostramatza. Lei cosa propone?
Di
Dottor S(a)gamentu
(inviato il 17/02/2009 @ 13:31:42)
# 9
Dottor S(a)gamentu se io le dico cosa propongo poi cado in politica? Che direbbe chi ha la responsabilità politica a Gonnostramatza? Le faccio solo una domanda e poi chiudo questo argomento: quanti a Gonnostramatza possono parlare di Retablo come il Sig. Stefano Pani? Ringrazio di cuore e finisce qui la discussione sul Retablo. Con affetto Gigi.
Di
Gigi
(inviato il 17/02/2009 @ 20:39:03)
# 10
Ma si, condivido... Continuiamo comunque a parlarne, come ha fatto l'amico Stefano Pani, in modo che i tramatzesi e non, conoscano meglio ed apprezzino il retablo e altre ricchezze e bellezze tramatzesi. La saluto con amicizia
Di
Dottor S(a)gamentu
(inviato il 18/02/2009 @ 08:33:59)
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