Di IlCarbonaro (del 07/11/2009 @ 14:05:48, in Eventi, linkato 1503 volte)
Si è svolta anche questo 4 novembre, in paese, la commemorazione dei caduti in guerra. Un appuntamento a cui Gonnostramatza partecipa ricordando gli uomini che persero la vita nelle più grandi catastrofi belliche che l’umanità ha vissuto. Il tempo scorre, anno dopo anno, e separa dal presente quegli eventi che segnarono il vivere di uomini e donne che invecchiano, portandosi dentro un’esperienza solo in minima parte trasmissibile. Il quattro novembre a Gonnostramatza c’erano i reduci dell’ultima Grande Guerra, lo sguardo fisso nel vuoto a rivedere i giorni del conflitto, a ripensare alle vicende in cui la paura e l’inconsapevolezza si mischiavano, come ha raccontato qualche giorno fa’ tziu Ciccino Cocco, all’epoca di stanza a pochi chilometri da Monte Cassino. Gli occhi azzurri hanno guardato a quei giorni con lo stupore di chi si accorge, ancora una volta, che dentro a quel caos di bombe e spari neppure una scheggia riuscì a ferirlo. C’era tziu Rizieri Locci, che solo qualche giorno prima mi raccontava la sua corsa verso il Sud in compagnia di un gruppo di partigiani, inseguito dai tedeschi: mi ha mostrato, appoggiando il bastone e piegandosi come un ragazzino, il segno di una “scuppettada” che gli arrivò dritta dritta alla gamba. C’erano altri reduci, c’era il Sindaco in fascia tricolore, e c’era la gente: poca. Mancavano i bambini delle scuole elementari, per scelta della dirigenza scolastica. Mancava quest’anno, non certo per volontà sua, tziu Remigio Abis, a causa di qualche problema di salute. C’erano i parenti di quel Renzo Atzei che cadde offrendo la vita in retroguardia per salvare quella dei suoi compagni. Dopo la deposizione della corona di alloro e dopo il discorso del Sindaco, in cui si è ricordato che, quello attuale, è il più lungo periodo di pace vissuto dal nostro Paese, si è fatta lettura di tutti i caduti di Gonnostramatza. Si è fatto ricordo di chi non ce l’ha fatta, di chi ha ceduto il passo alla vita perché altri, nel gioco perverso delle parti, sopravvivessero. Qualcuno certamente avrà pensato con nostalgia ai suoi morti, forse per la seconda volta, data la vicinanza della festività del 2 novembre e il viavai dei compaesani nei pressi del Camposanto. A distanza di 64 anni dalla fine dell’ultimo conflitto, ancora una volta si è ripensato alla tragicità delle scelte umane, alla fortuna di chi sopravvisse e al dolore di chi non ce la fece. Ogni anno, nonostante una partecipazione sempre più esigua, si commemora; non già per guardare ai giorni tristi del passato, ma per inviare un messaggio agli uomini del futuro, ai nostri figli, ricordando loro che non c’è trionfo in guerra, non c’è splendore, non c’è alcuna gloria. Anche se il tempo, inesorabilmente, ci sottrae piano al dolore delle ferite.
Bel discorso "il carbonaro" non sapevo no fossero presenti presenti i bambini delle scuole, un vero peccato!. Una critica: chi non vede i propri cari defunti per via della lontananza, sarebbe stato doveroso fare qualche scatto in più andando a catturare ogni angolo del camposanto...(che peraltro sembra un giardino) per poter dire li riposano i miei cari! e rivolgere loro un preghiera.
Di
Anonimo
(inviato il 07/11/2009 @ 17:14:38)
# 2
Il 2 di novembre era la Commemorazione dei Defunti, giornata nella quale si ripete il commovente rito della visita ai cimiteri, per mettere un fiore e pregare sulla tomba dei parenti scomparsi. Vedere quindi il nostro cimitero tramatzese, in questi giorni animato da un insolito via vai di persone, che si riveste di fiori variopinti e vivide fiammelle dimostra che la nostra gente ha compreso come “la festa dei morti” non sia solo una ricorrenza religiosa per rievocare i nostri defunti, ma una vera festa del nostro amato paese. Complimenti sinceri soprattutto alla nostra Amministrazione Comunale per averlo addobbato a festa con ottimo gusto e tanta cura.
Di
Dottor Sagamentu
(inviato il 09/11/2009 @ 08:33:25)
# 3
Caro Anonimo non mi trovi “troppo” d'accordo sulle riprese fotografiche o di filmati all'interno di un cimitero. Il cimitero è si uno dei luoghi della memoria collettiva in cui sono custoditi i segni dello scorrere degli eventi, ma rappresenta soprattutto un luogo sacro, un luogo intimistico di preghiera da rispettare anche in nome dei cari defunti. Non credo si tratti di una questione di religione, ma di buon gusto. Questa ovviamente è una mia opinione… solo una mia opinione…
Di
Maurizio Medda
(inviato il 09/11/2009 @ 12:43:20)
# 4
Credo però sia doveroso anche sottolineare le bravura e la bellezza artistica delle foto di questo blog. Il merito è senza alcun dubbio del Bottigliaro a cui vanno i miei sinceri e spontanei complimenti.. Anche le foto del cimitero dimostrano l'intelligenza per il buon gusto e il rispetto per i defunti e i loro cari.
Di
Maurizio Medda
(inviato il 09/11/2009 @ 16:59:41)
# 5
Complimenti a tutti i giovani (nessuno)che hanno partecipato alla commemorazione dei caduti in guerra!! Ed anche alle scuole per la partecipazione così unanime!! bravi bravi!
Di
Anonimo
(inviato il 10/11/2009 @ 10:01:19)
# 6
per le scuole mi trovi d'accordo, ma per i giovani no..come si pretende che ci sia partecipazione se era un gorno feriale?
Di
giovane che lavora
(inviato il 10/11/2009 @ 14:11:56)
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