Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
"Sensibilizziamo, informiamo e formiamo i giovani cittadini sardi” ..
Cari lettori, segnaliamo una interessante iniziativa rivolta ai giovani dai 15 ai 30 anni di tutto il territorio Sardo che Venerdì 3 Febbraio a partire dalle 16,30 farà tappa nel nostro paese. Il progetto, che verrà illustrato presso l'Aula Consiliare CAP. Renzo Atzei del Comune di Gonnostramatza, mira a sviluppare concrete opportunità di partecipazione e formazione nell’ambito della mobilità giovanile internazionale, del volontariato all’estero, dell’associazionismo, dell’imprenditorialità giovanile e della progettazione europea. L’Associazione TDM 2000, attraverso l’analisi di questionari e interviste ai giovani di tutta l’isola, ha individuato sia le tematiche sopra citate che le aree di intervento in cui operare, durante il progetto, per dare risposta alle necessità individuate. Il progetto, articolato in tre fasi, prevede, oltre all’analisi già effettuata, degli incontri formativi con i giovani, volti a fornire strumenti utili al miglioramento delle proprie capacità e a impiegarle efficacemente. Durante gli incontri verranno selezionati dei giovani per prendere parte a un secondo modulo formativo più specifico che si concluderà con la partecipazione a un progetto di formazione in un paese Europeo. I moduli avranno lo scopo di formare delle figure in grado di operare nel proprio territorio, quali educatori, tutor del Servizio Volontario Europeo e animatori di scambi internazionali, nonché operatori di infopoint. Tutte le fasi del progetto (incontri, formazione in loco e all’estero) sono a carico dell’Associazione proponente.
Dopo un viaggio durato lunghissime ore d’aereo, eccomi qui, in Brasile. Non sono riuscita a trattenere l’emozione e gli occhi sono diventati umidi, per un attimo. Mai e poi mai avrei pensato di poter, un giorno, attraversare l’oceano Atlantico, percorrere più di cinquemila chilometri e arrivare così lontano da casa mia, così al di là di ogni confine che non credevo di poter spostare. Io un po’ più in là dei miei limiti. Io, piccola tramatzese, in un mondo enorme.
Perché il Brasile è così, immenso. Immense distese di verde, di Mata Atlantica. Immense le distanze da percorrere, immense le giornate che sembrano interminabili, immensi i tramonti sul mare. O, almeno, il Brasile che ho visto io.
Stato di Bahia. Nordest del Brasile. Povertà, scarsità di igiene. Caldo. Molto caldo. Ma anche tanta voglia di vivere, tanti sorrisi, tanta bella gente e una bellissima accoglienza.
Ben diversi sono i rumori che si sentono, a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Musica. Musica a volume altissimo senti provenire dalle macchine, dalle case, dai supermercati, dai baretti e chioschetti sparsi per la città. E dalle chiese.
E ancora differenti e particolari sono gli odori. Potrei stare qui a cercare di descriverli ma mai riuscirei a trasmettere la sensazione che ho provato in quei giorni. Mai potrei nemmeno avvicinarmi a ciò che ho sentito. Profumi, odori e puzze. A volte misti in una vaporosa aria calda che ti avvolge e non ti lascia più.
E tanti, tantissimi colori. Nelle strade, nei murales, nelle case e nelle innumerevoli barracas e chiese. E anche nella pelle. Sfumature di generazioni passate che rivivono nella quotidianità di una cultura veramente multietnica.
E il multiculturalismo permea ogni aspetto della vita bahiana. Dal cibo, con le pietanze a base di riso e fagioli, come ogni pasto povero comanda, alla religione e al culto del candomblé, fino alla musica, al ritmo di vita, alle favole che si tramandano, allo spirito di libertà.
Io, piccola tramatzese, abituata alla vita in Europa, alle città europee,veloci, ordinate, pulite e pressoché silenziose (ebbene sì, dopo essere stata in Brasile, ho cambiato la mia idea sulla rumorosità delle nostre città), mi sono ritrovata immersa in città caldissime, afose, polverose, rumorosissime e lente.
Si, lente. Sarà il caldo, non lo so, ma la vita qui è più lenta. I ritmi non sono asfissianti come in Europa e le persone vivono i loro impegni giornalieri in modo più rilassato, senza troppa fretta né ansia.
Tutto così diverso, tutto così lontano. Anche se, a tratti, avevo come l’impressione di essere a casa. Specialmente nel periodo di permanenza all’isoletta di Bom Jesus. Piccola isoletta dal paesaggio esotico, è con i suoi abitanti che ho sentito familiarità. Persone umili, dagli occhi grandi come il loro cuore, in cerca di un riscatto o di una via d’uscita dalla povertà della loro vita e allo stesso tempo orgogliosi della loro patria, della loro isola.
E proprio nell’isoletta della baia dei Santi ho potuto confrontarmi con la lingua portoghese in prima persona. Il rapporto con la lingua, in un Paese straniero, è, per me, sempre fondamentale . E’ come una prova di sopravvivenza, per me. Ed è andata alla grande, forse anche grazie ai miei studi universitari.
Durante la somministrazione di questionari in giro per l’isola ho potuto intervistare i suoi abitanti, per la maggior parte pescatori, e ho ascoltato le loro voci, le loro idee di cambiamento e ho visto nei loro occhi la felicità con la quale rispondevano alla domanda: Vôcé està contente de morar nesta comunidade? (Sei contento di vivere in questa comunità?) nonostante sia una comunità povera,nonostante il loro paesino necessiti di un impianto fognario e di un medico fisso (il medico va e viene dalla terraferma, e resta solo 2 giorni a settimana - quando resta.)
Da un’isola all’altra. Isola verso l’isola. Saranno la mia origine e il legame con la mia terra che mi hanno permesso di sentire il loro attaccamento e di condividerlo, in un parallelo tra Sardegna e Brasile che non avrei mai pensato di vivere.
E, in fondo, è stata questa, per me, l’esperienza brasiliana. Il ritrovare, nelle piccole azioni quotidiane, qualcosa che è comune a tutti i popoli, qualcosa che ognuno di noi cerca di definire ma che in pochi riescono a vivere appieno. E non so bene se chiamarla felicità o libertà o cosa. Parole troppo usate e usate male.
In fondo, il viaggio è dentro noi stessi. E solo li troveremo le mete e le destinazioni. E solo dentro noi costruiremo il nostro mondo e il nostro modo di essere che si rifletterà nel nostro piccolo quotidiano.
E io ho avuto la fortuna di aggiungere al mio piccolo anche un po’ di Brasile.
Raìz
Cari lettori, Vi segnaliamo il programma relativo ai festeggiamenti in onore di Sant'Antonio Abate che si terranno a Gonnostramatza Lunedì 16 e Martedì 17 Gennaio 2012.
Il Programma Religioso:
Lunedì 16 Gennaio 2012: Ore 18,00: Rosario cantato in sardo nella chiesetta di Sant'Antonio; Ore 18,00: Benedizione del pane, dell'acqua e de "Su Fogadoi".
Martedì 17 Gennaio 2012:
Ore 09,00: Santa Messa Chiesetta Sant'Antonio; Ore 10,30: Processione per le vie del paese; Ore 11,00: Santa Messa con predica Chiesa San Michele Arc.
Il Programma Civile:
Lunedì 16 Gennaio 2012: Ore 19,00: Spettacolo Pirotecnico; Ore 19,15: Degustazione di Polenta e Carne condita. Ore 19,30: Balli con fisarmonica
Martedì 17 Gennaio 2012: Ore 15,30: Giochi e Animazione per ragazzi.... Ore 19,00: Degustazione Fave e Ceci. Ore 19,30: Balli con fisarmonica
Il Comitato del 2012 :
Presidente : Sebis Tonino Vice Presidente : Sireus Pietrino Cassiere : Porcu PierPaolo Segretario : Tuveri Vittorio
Il Comitato ringrazia tutti coloro che hanno collaborato per la riuscita della festa.
Le foto (Michele Puligheddu alias Pelos & Simone Ghiani SSimo)
Il nostro Blog compie i suoi primi 100.000 contatti !!! E’ con grande soddisfazione che annunciamo a voi tutti che ci seguite, che il nostro BLOG “SU TRAMATZESU”, a poco più di tre anni di distanza dalla sua creazione, ha raggiunto il ragguardevole traguardo dei suoi primi CENTOMILA VISITATORI. Si tratta di un risultato di tutto rispetto, che testimonia la bontà del lavoro fatto fino ad oggi nel cercare di offrirvi uno strumento d’informazione ricco di contenuti e tecnologicamente all’avanguardia. Per questo risultato ovviamente, ringraziamo tutti coloro che in questi anni hanno dato, con gli articoli, con le fotografie, con i video, ma anche con i commenti, con i suggerimenti e perché no anche con le critiche il loro contributo a riempire di contenuti le pagine del nostro BLOG. Non ci resta che ringraziare tutti voi che ci seguite, esortandovi a darci sempre maggiori suggerimenti su come migliorare questo BLOG. Vi salutiamo tutti con grande affetto, dandoci appuntamento al prossimo traguardo dei 200.000 contatti, che ci auguriamo si possa raggiungere quanto prima.
Una coinvolgente passione tramatzese: I NOMADI.
In tantissimi ancora cantano: ‘Io Vagabondo’ , ‘Dio è morto’, ‘Io voglio vivere’… indimenticabili canzoni d’amore, d’impegno sociale e di denuncia, profonde e malinconiche, ma senza fronzoli, così come sono loro I NOMADI, uno dei gruppi storici della musica italiana. Basta assistere a un loro concerto per essere rapiti dalla loro semplicità, dal rapporto amichevole che instaurano con il pubblico, coinvolgendolo tra una canzone e l’altra, nella lettura dei messaggi e degli striscioni. Vantano oltre 100 fans club, con migliaia di ammiratori in ogni angolo d’Italia. Anche a Gonnostramatza, nel 2006, grazie alla coinvolgente passione di Stefano Atzori è nato il 1° fan club NOMADI tutto sardo, dedicato a ESTER PORCEDDU, la giovane moglie prematuramente scomparsa.
Mi porto dietro questo amore per I NOMADI come eredità di Macario. Lo ricordo chiuso nella nostra cameretta intento ad ascoltare e a cantare le loro canzoni. La sua preferita era “Canzone per un’amica”, bella ma triste, quasi profetica, perché di lì a poco, per un incidente sul lavoro mio fratello verrà a mancare per sempre. La perdita di Macario accrescerà la mia passione per il gruppo, la voglia di assistere ad un loro concerto, il desiderio di conoscere Augusto Daolio, la voce emozionante della band.
Così una sera prendo il coraggio a due mani e scappo dal convitto di Nuraxinieddu, dove studiavo, per raggiungere Narbolia: quella notte I NOMADI avrebbero tenuto un concerto, per me indimenticabile. Riesco perfino a intrufolarmi nei loro camper e conosco finalmente il grande Augusto. Gli parlo di mio fratello, di come mi aveva lasciato, del suo infinito amore per le loro canzoni. Mi conforterà a lungo, regalandomi la sua bandana e confidandomi che avrei rivisto il dolce sorriso di Macario in ogni loro canzone. Anni dopo, conosco Ester, una bella ragazza di Mogoro, che diverrà poi mia moglie, e con lei condividerò la grande passione per il gruppo. Sognavamo spesso di portarli in concerto a Gonnostramatza e di dar vita a un fan club tutto nostro. Rammento l’immensa gioia di Ester quando il 2 settembre del 2005 nell’impianto sportivo tramatzese arrivano veramente I NOMADI con i loro camper e ci vengono incontro per salutarci: rimaniamo alcuni minuti impietriti dalla felicità. Ma purtroppo anche Ester, come Macario è andata via troppo presto dalla mia vita… Ho piacere di ricordare che in quei giorni tremendi I NOMADI mi inviarono un telegramma di condoglianze, proprio come si fa con un amico. E’ stato un gesto che mi ha commosso e me li ha fatti amare ancor di più, stimolandomi a realizzare l’altro sogno di Ester: fondare il NOMADI FAN CLUB ESTER PORCEDDU.
Un caldo pomeriggio di luglio del 2006, sulla 131 al Q8 di Sardara, arriva tutta la band e si ferma lì con noi per ringraziarci di aver dato vita al primo fan club tutto sardo, a loro dedicato. Brindiamo a birra Ichnusa, chiacchieriamo come vecchi amici e al momento dei commiati mi affidano una bandana con le loro firme e una dedica per Ester che ho deposto nella sua tomba. Ancor oggi ogni loro concerto mi emoziona, in ogni loro canzone rivedo Macario ed Ester che mi hanno confortato nei momenti più tristi e difficili della mia vita, ed è grazie a loro che non ho mai mollato e sono riuscito a formare una nuova famiglia: mia moglie Michela e mio figlio che non poteva che chiamarsi Augusto Macario. So che da lassù ad ogni concerto cantano con me… e ogni volta che partono le note di ‘Ti lascio una parola (Goodbye)’ alzo gli occhi al cielo e canto per loro, con loro. Sono sempre nel mio cuore, come la musica dei Nomadi, la bellissima colonna sonora della mia vita.
Beaver
Addio vecchio 2011.... Buon 2012 a tutti!!! Sta per concludersi, finalmente! direbbe qualcuno, l’ultimo giorno del 2011. Un anno sicuramente da lasciar passare in fretta, e se qualcuno, nel suo privato, ha conosciuto momenti di felicità o addirittura azzeccato una qualche svolta, non potrà negare che nel complesso il 2011 è stato un anno davvero molto molto brutto. Ci sono stati tanti momenti di orgoglio e di conquista ma anche tanti momenti veramente sconfortanti, come avviene ogni anno, del resto. Il 2011 verrà ricordato per le rivolte popolari del Nord Africa, e soprattutto per la morte del colonnello Gheddafi. Il Giappone ha risentito di un fortissimo terremoto e degli effetti radioattivi dovuti ai danneggiamenti di una centrale nucleare. Il Brasile si era trovato, qualche mese prima, a piangere morti per le alluvioni. La terra da quest’anno ospita sette miliardi di esseri umani, e commemora i dieci anni dall’attacco alle Twin Towers. Viene ucciso Osama Bin Laden. Il CERN scopre un fascio di neutrini che va più veloce della luce. Altra importante scoperta è quella del Kepler-22 b, un pianeta estremamente simile alla Terra. Muoiono Amy Winehouse, Steve Jobs, Giorgio Bocca e si dimette da premier Silvio Berlusconi. Il 2011 è stato un anno di crisi economica mondiale e lo spread dei titoli di stato italiani tocca i massimi storici, le agenzie di rating abbassano i rendimenti italiani e la Grecia viene costantemente aiutata economicamente per non fare crollare l’area euro. Questo e tanto altro è successo nel 2011, un anno che personalmente ci ha anche regalato momenti tristissimi, come la recente scomparsa dell’amico tramatzese Antonio Scano noto come “Il Bottigliaro”. Il nostro augurio a tutte le amiche e a tutti gli amici che ci seguono è quello di vivere un 2012 sicuramente migliore rispetto all’anno ormai concluso e che permetta a ciascuno di vivere in serenità nella speranza di realizzare i propri desideri. Buon 2012!!!
Staff Sutramatzesu
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