Il nostro Blog compie i suoi primi 100.000 contatti !!! E’ con grande soddisfazione che annunciamo a voi tutti che ci seguite, che il nostro BLOG “SU TRAMATZESU”, a poco più di tre anni di distanza dalla sua creazione, ha raggiunto il ragguardevole traguardo dei suoi primi CENTOMILA VISITATORI. Si tratta di un risultato di tutto rispetto, che testimonia la bontà del lavoro fatto fino ad oggi nel cercare di offrirvi uno strumento d’informazione ricco di contenuti e tecnologicamente all’avanguardia. Per questo risultato ovviamente, ringraziamo tutti coloro che in questi anni hanno dato, con gli articoli, con le fotografie, con i video, ma anche con i commenti, con i suggerimenti e perché no anche con le critiche il loro contributo a riempire di contenuti le pagine del nostro BLOG. Non ci resta che ringraziare tutti voi che ci seguite, esortandovi a darci sempre maggiori suggerimenti su come migliorare questo BLOG. Vi salutiamo tutti con grande affetto, dandoci appuntamento al prossimo traguardo dei 200.000 contatti, che ci auguriamo si possa raggiungere quanto prima.
Cari lettori, Vi segnaliamo il programma relativo ai festeggiamenti in onore di Sant'Antonio Abate che si terranno a Gonnostramatza Lunedì 16 e Martedì 17 Gennaio 2012.
Il Programma Religioso:
Lunedì 16 Gennaio 2012: Ore 18,00: Rosario cantato in sardo nella chiesetta di Sant'Antonio; Ore 18,00: Benedizione del pane, dell'acqua e de "Su Fogadoi".
Martedì 17 Gennaio 2012:
Ore 09,00: Santa Messa Chiesetta Sant'Antonio; Ore 10,30: Processione per le vie del paese; Ore 11,00: Santa Messa con predica Chiesa San Michele Arc.
Il Programma Civile:
Lunedì 16 Gennaio 2012: Ore 19,00: Spettacolo Pirotecnico; Ore 19,15: Degustazione di Polenta e Carne condita. Ore 19,30: Balli con fisarmonica
Martedì 17 Gennaio 2012: Ore 15,30: Giochi e Animazione per ragazzi.... Ore 19,00: Degustazione Fave e Ceci. Ore 19,30: Balli con fisarmonica
Il Comitato del 2012 :
Presidente : Sebis Tonino Vice Presidente : Sireus Pietrino Cassiere : Porcu PierPaolo Segretario : Tuveri Vittorio
Il Comitato ringrazia tutti coloro che hanno collaborato per la riuscita della festa.
Le foto(Michele Puligheddu alias Pelos & Simone Ghiani SSimo)
Dopo un viaggio durato lunghissime ore d’aereo, eccomi qui, in Brasile. Non sono riuscita a trattenere l’emozione e gli occhi sono diventati umidi, per un attimo. Mai e poi mai avrei pensato di poter, un giorno, attraversare l’oceano Atlantico, percorrere più di cinquemila chilometri e arrivare così lontano da casa mia, così al di là di ogni confine che non credevo di poter spostare. Io un po’ più in là dei miei limiti. Io, piccola tramatzese, in un mondo enorme.
Perché il Brasile è così, immenso. Immense distese di verde, di Mata Atlantica. Immense le distanze da percorrere, immense le giornate che sembrano interminabili, immensi i tramonti sul mare. O, almeno, il Brasile che ho visto io.
Stato di Bahia. Nordest del Brasile. Povertà, scarsità di igiene. Caldo. Molto caldo. Ma anche tanta voglia di vivere, tanti sorrisi, tanta bella gente e una bellissima accoglienza.
Ben diversi sono i rumori che si sentono, a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Musica. Musica a volume altissimo senti provenire dalle macchine, dalle case, dai supermercati, dai baretti e chioschetti sparsi per la città. E dalle chiese.
E ancora differenti e particolari sono gli odori. Potrei stare qui a cercare di descriverli ma mai riuscirei a trasmettere la sensazione che ho provato in quei giorni. Mai potrei nemmeno avvicinarmi a ciò che ho sentito. Profumi, odori e puzze. A volte misti in una vaporosa aria calda che ti avvolge e non ti lascia più.
E tanti, tantissimi colori. Nelle strade, nei murales, nelle case e nelle innumerevoli barracas e chiese. E anche nella pelle. Sfumature di generazioni passate che rivivono nella quotidianità di una cultura veramente multietnica.
E il multiculturalismo permea ogni aspetto della vita bahiana. Dal cibo, con le pietanze a base di riso e fagioli, come ogni pasto povero comanda, alla religione e al culto del candomblé, fino alla musica, al ritmo di vita, alle favole che si tramandano, allo spirito di libertà.
Io, piccola tramatzese, abituata alla vita in Europa, alle città europee,veloci, ordinate, pulite e pressoché silenziose (ebbene sì, dopo essere stata in Brasile, ho cambiato la mia idea sulla rumorosità delle nostre città), mi sono ritrovata immersa in città caldissime, afose, polverose, rumorosissime e lente.
Si, lente. Sarà il caldo, non lo so, ma la vita qui è più lenta. I ritmi non sono asfissianti come in Europa e le persone vivono i loro impegni giornalieri in modo più rilassato, senza troppa fretta né ansia.
Tutto così diverso, tutto così lontano. Anche se, a tratti, avevo come l’impressione di essere a casa. Specialmente nel periodo di permanenza all’isoletta di Bom Jesus. Piccola isoletta dal paesaggio esotico, è con i suoi abitanti che ho sentito familiarità. Persone umili, dagli occhi grandi come il loro cuore, in cerca di un riscatto o di una via d’uscita dalla povertà della loro vita e allo stesso tempo orgogliosi della loro patria, della loro isola.
E proprio nell’isoletta della baia dei Santi ho potuto confrontarmi con la lingua portoghese in prima persona. Il rapporto con la lingua, in un Paese straniero, è, per me, sempre fondamentale . E’ come una prova di sopravvivenza, per me. Ed è andata alla grande, forse anche grazie ai miei studi universitari.
Durante la somministrazione di questionari in giro per l’isola ho potuto intervistare i suoi abitanti, per la maggior parte pescatori, e ho ascoltato le loro voci, le loro idee di cambiamento e ho visto nei loro occhi la felicità con la quale rispondevano alla domanda: Vôcé està contente de morar nesta comunidade?(Sei contento di vivere in questa comunità?) nonostante sia una comunità povera,nonostante il loro paesino necessiti di un impianto fognario e di un medico fisso (il medico va e viene dalla terraferma, e resta solo 2 giorni a settimana - quando resta.)
Da un’isola all’altra. Isola verso l’isola. Saranno la mia origine e il legame con la mia terra che mi hanno permesso di sentire il loro attaccamento e di condividerlo, in un parallelo tra Sardegna e Brasile che non avrei mai pensato di vivere.
E, in fondo, è stata questa, per me, l’esperienza brasiliana. Il ritrovare, nelle piccole azioni quotidiane, qualcosa che è comune a tutti i popoli, qualcosa che ognuno di noi cerca di definire ma che in pochi riescono a vivere appieno. E non so bene se chiamarla felicità o libertà o cosa. Parole troppo usate e usate male.
In fondo, il viaggio è dentro noi stessi. E solo li troveremo le mete e le destinazioni. E solo dentro noi costruiremo il nostro mondo e il nostro modo di essere che si rifletterà nel nostro piccolo quotidiano.
E io ho avuto la fortuna di aggiungere al mio piccolo anche un po’ di Brasile.
Di MisterBlog (del 30/01/2012 @ 09:24:29, in Eventi, linkato 1103 volte)
"Sensibilizziamo, informiamo e formiamo i giovani cittadini sardi” ..
Cari lettori, segnaliamo una interessante iniziativa rivolta ai giovani dai 15 ai 30 anni di tutto il territorio Sardo che Venerdì 3 Febbraio a partire dalle 16,30 farà tappa nel nostro paese. Il progetto, che verrà illustrato presso l'Aula Consiliare CAP. Renzo Atzei del Comune di Gonnostramatza, mira a sviluppare concrete opportunità di partecipazione e formazione nell’ambito della mobilità giovanile internazionale, del volontariato all’estero, dell’associazionismo, dell’imprenditorialità giovanile e della progettazione europea. L’Associazione TDM 2000, attraverso l’analisi di questionari e interviste ai giovani di tutta l’isola, ha individuato sia le tematiche sopra citate che le aree di intervento in cui operare, durante il progetto, per dare risposta alle necessità individuate. Il progetto, articolato in tre fasi, prevede, oltre all’analisi già effettuata, degli incontri formativi con i giovani, volti a fornire strumenti utili al miglioramento delle proprie capacità e a impiegarle efficacemente. Durante gli incontri verranno selezionati dei giovani per prendere parte a un secondo modulo formativo più specifico che si concluderà con la partecipazione a un progetto di formazione in un paese Europeo. I moduli avranno lo scopo di formare delle figure in grado di operare nel proprio territorio, quali educatori, tutor del Servizio Volontario Europeo e animatori di scambi internazionali, nonché operatori di infopoint. Tutte le fasi del progetto (incontri, formazione in loco e all’estero) sono a carico dell’Associazione proponente.
Tziu Flaviu, il nonnino Tramatzese de Su Xiadeddu, compie cento anni…
Flavio Locci, tramatzese D.O.C., classe di ferro 1912, è da oggi il nonnino centenario di tutta Gonnostramatza. Figlio di Eugenio e Peppina, nella sua lunga e faticosa vita ha attraversato tutto il ventesimo secolo. Ha vissuto gli orrori di due guerre mondiali, la brutalità e l’infamia del ventennio fascista, combattendo perfino nella guerra civile spagnola. Ha vissuto la fine della guerra, l’avvento della Repubblica e la storia dell’Italia repubblicana fino ad oggi, soprattutto la storia di Gonnostramatza, dall’ immensa miseria della prima metà del secolo alle speranze del dopoguerra, le lotte dei contadini, dei braccianti e delle donne per un futuro migliore, l'emigrazione degli anni sessanta e settanta. Ha vissuto tutto questo mentre cresceva, lavorando duramente in miniera, poi nei campi come contadino e come castiadori e sposando nel 1949 la simpatica biddanoesa Augusta Farris. Oggi la sua mobilità è limitata, ma il simpatico centenario ama la compagnia e il contatto con la gente; del resto la sua mente è lucidissima, e non perde occasione per raccontare anedotti e stuzzicare, bonariamente tutte le donne presenti. Ha festeggiato 100 anni tondi tondi nella sua accogliente casa de Su Xiadeddu, nel corso Europa, attorniato da tanti tramatzesi e perfino biddanoesi. Dopo la messa di ringraziamento celebrata dal parrocco Don Tuveri, Tziu Flaviu è stato travolto da saluti, baci, abbracci e pacche. Particolarmente inteso il saluto con i sindaci di Gonnostramatza e di Villanovaforru. Preziosissima memoria storica vivente, depositario di tantissimi ricordi Tziu Flaviu ha ricevuto anche una pergamena ricordo da tutta la giunta comunale di Gonnostramatza. Ha posato con parenti ed amici per la foto-ricordo e ha perfino spento con entusiasmo le candeline della simpatica torta realizzata in suo onore.
Auguri di ogni bene, Tziu Flaviu, per altri cent’anni.
Di MisterBlog (del 11/02/2012 @ 09:53:07, in Eventi, linkato 1680 volte)
La Pro Loco di Gonnostramatza con la collaborazione di: Amministrazione Comunale, Consulta Giovanile, Gruppo Teatrale “Su Cuccaioi”, Su Tramatzesu e Centro di Aggregazione Sociale presenta laXIII^ Edizione del Carnevale Tramatzese - II^ edizione "Cranovalli scancioffau arruttu a frummi e squattarau".
L'appuntamento è perSabato 18 Febbraio 2012 alle 15,30con il raduno delle maschere e dei gruppi nella Piazza San Michele. Alle 16,00 la partenza della sfilata per le vie del paese, nelle quali saranno allestiti due punti di ristoro: Xiadeddu (Palestra Sant'Antonio) e Xiau Mannu (Vecchio Parco giochi). La sfilata terminerà (ore 17,30) in Piazza San Michele con l'intrattenimento musicale di Emanuele Bazzoni e Roberto Fadda, la zeppolata e naturalmente il Processo a Carnevale!!
Di MisterBlog (del 24/02/2012 @ 14:38:54, in Sondaggi, linkato 1515 volte)
Ma tu, per quale squadra tifi?
Un pallone, due porte, undici giocatori contro undici, novanta minuti di gioco... lo scopo del gioco è quello di far passare il pallone fra i pali della porta avversaria per fare "gol". Chi alla fine dei novanta minuti segna più “goal” vince la partita. Raccontato così, il gioco del calcio sembrerebbe quasi banale, ma la verità è che c'è una passione che spinge i giocatori a lottare per vincere la partita, la stessa grande passione che coinvolge tanti tifosi a seguire la propria squadra del cuore. Si perché il tifo calcistico è una dolce estasi! Sin dagli antichi greci, i filosofi hanno sempre parlato di quella voglia d'abbandono provvisorio del razionale e il calcio pare sia un modo di interrompere la routine di tutti i giorni per lasciarsi andare nell'infinito dell'irrazionale. Il tifo calcistico si potrebbe considerare quasi una forma di "religione". Infatti, il vero tifoso non solo segue le partite, ma durante la settimana la sua devozione continua mentre legge i giornali sportivi, o mentre guarda la tv, o ascoltando la radio, o chiacchierando nel bar o in piazza con gli amici. Anche nel nostro piccolo paese in tanti hanno la coinvolgente passione per il calcio. Sembrerebbe scontato che a Gonnostramatza si tifi solo per la squadra del Cagliari, unica squadra sarda del massimo campionato nazionale, ma non è proprio così. Infatti sono tanti i tramatzesi che tengono per la Juventus, il Milan, l’Inter, o per altre squadre italiane… Ma tu, si proprio tu, che ci segui attraverso questo blog, toglici una curiosità, ma per quale squadra italiana tifi???
Votate utilizzando il modulo situato nella colonna di sinistra della pagina..
Di MisterBlog (del 06/03/2012 @ 18:17:59, in Eventi, linkato 1143 volte)
Cari lettori, Vi segnaliamo una interessante mostra dal titolo "Da Atene a oggi: le sfide olimpiche" che dal 09 Marzo al 30 Settembre 2012 sarà possibile visitare presso il Museo Naturalistico del Territorio " G. Pusceddu" - Sa Corona Arrùbia (Strada Provinciale Lunamatrona-Collinas).
Questa la Nota Stampa legata alla mostra:
Il Museo Naturalistico del Territorio “G. Pusceddu” ospita quest’anno una delle mostre più interessanti del 2012. Una straordinaria esposizione, l’unica in Italia dedicata al tema delle Olimpiadi, che ha avuto il riconoscimento dal C.O.N.I. (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) beneficiando del patrocinio morale.
La storia delle Olimpiadi moderne è il racconto di uno dei più emozionanti e affascinanti viaggi compiuti dall’uomo. L’amicizia, la sfida basata sulla fatica, sulle qualità individuali e sulla lealtà, il rispetto verso i nostri simili, il rifiuto di ogni discriminazione basata sulla razza, sulla religione, sull’opinione politica, sul sesso, sono alcuni fra i più nobili principi dell’olimpismo. Anche questa esposizione riproporrà con forza l’attualità dei valori olimpici in quanto contributo insostituibile nel difficile lavoro di costruzione di un mondo migliore.
La mostra presenterà tutte le discipline olimpiche della prossima edizione dei Giochi che si terrà a Londra. L’esposizione comprenderà non solo la gran parte delle attrezzature utilizzate nelle gare, ma anche quelle utilizzate dagli atleti per la preparazione fisica in palestra. I visitatori potranno vedere e toccare gli oggetti che contribuiscono alla conquista di record e primati, cimentandosi con tecnologie avanzate e gareggiando all’interno dell’esposizione stessa.
Le infinite pagine di curiosità, di record, di vicende quasi incredibili che hanno accompagnato i Giochi Olimpici diventeranno giochi interattivi ideati in occasione di questa esposizione, aiutando grandi e piccoli a conoscere la storia olimpica divertendosi e con la possibilità di conquistare i premi in palio. Potremo ammirare anche alcuni reperti storici autentici provenienti dal mondo olimpico, che ci faranno tornare indietro nel tempo per rivivere gli attimi di tensione e di grande impegno di atleti e di atlete che hanno partecipato alle competizioni olimpiche.
Uno spazio assai suggestivo sarà dedicato al plastico dello Stadio Panathinaiko di Atene, sede della prima edizione delle Olimpiadi moderne e ancora oggi splendido monumento ben conservato e in grado di ospitare oltre 60.000 persone in appuntamenti con lo sport e la cultura. Per gli ospiti più piccoli sarà allestito uno spazio ricco di attività divertenti e tutte ispirate alle discipline olimpiche. Numerosi saranno anche i premi, alcuni molto prestigiosi come la bicicletta Colnago con il telaio in carbonio e tanti altri destinati a invitare grandi e piccoli a giocare insieme per divertirsi e conoscere meglio i valori dell’olimpismo.
Come in un sogno, mi aggrappavo a quei pochi elementi che avevo a mia disposizione per poter trovare la via del ritorno verso quel passato che pareva quasi perduto. Ricordi, voci, sensazioni vissute sulla pelle altrui. Sguardi, passi lenti sull’acciottolato. Ad un tratto, musica. Una fisarmonica e una bella voce. Seguo il suono che mi guida tra le case dai muri di mattoni di fango e paglia di un paese che forse ormai non c’è più o forse si, vivo nei miei ricordi di sogno. Giro l’angolo e scorgo due figure. Due uomini seduti al centro di una piazza. Una piccola folla li osserva.
Non mi avvicino più di tanto. Temo mi riconoscano. Ho paura che si accorgano che non sono ancora una di loro, piccola radice venuta da lontano, venuta dal futuro. Ascolto delle nenie antiche, delle musiche che ormai sento solo nelle feste paesane. Delle repentine improvvisate. Uno dei due uomini ha la fisarmonica e suona, con lo sguardo perso nel vuoto, assente, guidato solo dalla musica dell’istinto. L’altro è in piedi e canta. A quanto sembra, sono una coppia ben nota.
Qualcuno li chiama per nome - lo stesso per entrambi - li incita a continuare. Applausi, risa. Vorrei potermi avvicinare, sedermi e parlare con loro. Ad un certo punto, tutto finisce. I due uomini, presi a braccetto da due donne, si incamminano e sgombrano il campo. Rimango sola mentre la folla si dirada. Una donna con lo scialle nero e il fazzoletto in testa passa di fianco a me. Mi sussurra, senza guardarmi in volto, rallentando impercettibilmente il passo “ragazza che vieni da lontano, sei venuta anche tu, qui, per imparare a suonare la fisarmonica?come fanno in molti?”Non rispondo. Lei continua“o sei venuta solo per spiarci?”non rispondo per l’ennesima volta. Lei, solo allora, alza lo sguardo su di me.
Un paio d’occhi di ghiaccio mi fanno sussultare l’anima. Sorride, lei, ben consapevole dell’effetto che mi provoca. Allora inizia a raccontare di quella coppia di musicista e cantore, Eugenio Tuveri e Eugenio Sebis, entrambi con lo stesso nome e lo stesso strambo destino, con la musica dentro, unica luce per il loro vedere nel mondo. La donna mi racconta che vanno di festa in festa, accompagnati dalle loro famiglie, e la gente in zona li ammira e li rispetta. Solo allora ho il coraggio di parlare. Una frase, timida, mi esce dalla bocca: “sono venuta per ricordare. Sono venuta per non dimenticare. Sono venuta perché, da dove vengo io, tutte queste cose non ci sono più.”
Raìz
Eugenio Sebis
Eugenio Tuveri
Si ringraziano le famiglie Pinna e Spano per le foto gentilmente offerte.
Di MisterBlog (del 28/03/2012 @ 08:49:27, in News, linkato 1095 volte)
Cari lettori, a poco più di un mese dalla manifestazione del 1° Maggio, desideriamo informarvi che anche quest'anno, la Proloco invita tutta la popolazione a donare le mandorle utili alla preparazione del dolce distribuito nella oramai tradizionale sagra de Su Gattou. Coloro che intendessero partecipare e quindi contribuire, possono contattare per maggiori informazioni, i componenti della Associazione Turistica Proloco "Su Tramatzu".