Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Il nostro Blog compie i suoi primi 100.000 contatti !!! E’ con grande soddisfazione che annunciamo a voi tutti che ci seguite, che il nostro BLOG “SU TRAMATZESU”, a poco più di tre anni di distanza dalla sua creazione, ha raggiunto il ragguardevole traguardo dei suoi primi CENTOMILA VISITATORI. Si tratta di un risultato di tutto rispetto, che testimonia la bontà del lavoro fatto fino ad oggi nel cercare di offrirvi uno strumento d’informazione ricco di contenuti e tecnologicamente all’avanguardia. Per questo risultato ovviamente, ringraziamo tutti coloro che in questi anni hanno dato, con gli articoli, con le fotografie, con i video, ma anche con i commenti, con i suggerimenti e perché no anche con le critiche il loro contributo a riempire di contenuti le pagine del nostro BLOG. Non ci resta che ringraziare tutti voi che ci seguite, esortandovi a darci sempre maggiori suggerimenti su come migliorare questo BLOG. Vi salutiamo tutti con grande affetto, dandoci appuntamento al prossimo traguardo dei 200.000 contatti, che ci auguriamo si possa raggiungere quanto prima.
Tziu Flaviu, il nonnino Tramatzese de Su Xiadeddu, compie cento anni…
Flavio Locci, tramatzese D.O.C., classe di ferro 1912, è da oggi il nonnino centenario di tutta Gonnostramatza. Figlio di Eugenio e Peppina, nella sua lunga e faticosa vita ha attraversato tutto il ventesimo secolo. Ha vissuto gli orrori di due guerre mondiali, la brutalità e l’infamia del ventennio fascista, combattendo perfino nella guerra civile spagnola. Ha vissuto la fine della guerra, l’avvento della Repubblica e la storia dell’Italia repubblicana fino ad oggi, soprattutto la storia di Gonnostramatza, dall’ immensa miseria della prima metà del secolo alle speranze del dopoguerra, le lotte dei contadini, dei braccianti e delle donne per un futuro migliore, l'emigrazione degli anni sessanta e settanta. Ha vissuto tutto questo mentre cresceva, lavorando duramente in miniera, poi nei campi come contadino e come castiadori e sposando nel 1949 la simpatica biddanoesa Augusta Farris. Oggi la sua mobilità è limitata, ma il simpatico centenario ama la compagnia e il contatto con la gente; del resto la sua mente è lucidissima, e non perde occasione per raccontare anedotti e stuzzicare, bonariamente tutte le donne presenti. Ha festeggiato 100 anni tondi tondi nella sua accogliente casa de Su Xiadeddu, nel corso Europa, attorniato da tanti tramatzesi e perfino biddanoesi. Dopo la messa di ringraziamento celebrata dal parrocco Don Tuveri, Tziu Flaviu è stato travolto da saluti, baci, abbracci e pacche. Particolarmente inteso il saluto con i sindaci di Gonnostramatza e di Villanovaforru. Preziosissima memoria storica vivente, depositario di tantissimi ricordi Tziu Flaviu ha ricevuto anche una pergamena ricordo da tutta la giunta comunale di Gonnostramatza. Ha posato con parenti ed amici per la foto-ricordo e ha perfino spento con entusiasmo le candeline della simpatica torta realizzata in suo onore.
Auguri di ogni bene, Tziu Flaviu, per altri cent’anni.
Cari amici, è con orgoglio che abbiamo potuto apprezzare la vostra grande sensibilità nel sostenere l'iniziativa promossa, qualche mese fa, dagli amici de Su Biddanoesu con la collaborazione del nostro blog. Si trattava della benefica vendita del calendario AcchiappaSogni 2012, dedicato all'indimenticabile amico IL BOTTIGLIARO. Aver acquistato il calendario è stato un bel modo per stare vicino a Linda, Jacopo, Magda e Greca, e pertanto desideriamo ringraziarvi tutti, di cuore. Il ricavato della vendita, ben "1.050 euro", verrà, nei prossimi giorni, da noi destinato, alla famiglia di Antonio, attraverso dei buoni spesa fruibili presso le attività commerciali del paese di Gonnostramatza. La famiglia ringrazia tutti per il bel gesto!!!
SuTramatzesu - Su Biddanoesu
Di MisterBlog (del 04/05/2012 @ 12:23:13, in Blog, linkato 1484 volte)
Si è concluso con grande successo il “Progetto Corso di Ceramica”, promosso dal Comune di Gonnostramatza attraverso l’Assessorato ai Servizi Sociali e sapientemente gestito dalla Cooperativa Incontro. Sono state ben 60 piacevoli ore trascorse nei locali dell’ex Scuola Elementare di Gonnostramatza, tra lezioni teoriche e pratica, che hanno visto i ragazzi tramatzesi: Giorgio Urracci, Atzori Guttierrez Jamalitte, Roberto Concu, Alberto Pilloni e Carla Zuddas cimentarsi con grande entusiasmo e tanta passione nell'arte della Ceramica, guidati magistralmente dapprima dal maestro Antonio Scano e, successivamente alla sua dipartita, da Denise Atzori. Importante sottolineare la meraviglia e l’ammirazione dei numerosi visitatori all’esposizione dei lavori, avvenuta in occasione della festa del Primo Maggio, con una nota di merito per la bellissima opera finale, nata in ricordo dell'amico-maestro IlBottigliaro e donata dai ragazzi all’Amministrazione Comunale.
Lo Staff de "SuTramatzesu" Augura a tutti Buon Ferragosto 2012 ....
Il blog per alcuni giorni và in vacanza... Il nostro Arrivederci a Settembre...
Cari amici lettori conoscete la storia dei 3 ponti di Gonnostramatza ed in particolare quella del Ponte in Stile Romano? Ebbene il nostro amico tramatzese Michele Podda, con questo interessante scritto proverà a delucidarvi sull'esistenza o meno degli stessi, stimolandovi a conoscere sempre meglio la storia del nostro paese.
La Storia Del Ponte In Stile Romano Nei primi anni 90 l’amministrazione di Gonnostramatza fece fare una ricerca araldica sul paese. Tra cui la storia dei ponti,che ancora oggi nel sito istituzionale del comune troviamo scritto così:
Dal Sito Istituzionale Del Comune Di Gonnostramatza I rioni sono attualmente collegati da tre ponti. Il primo nella strada provinciale numero 46 Ales-Gonnostramatza realizzata per il volere del Rettore Aru nel secolo XVI. Il secondo venne costruito in sostituzione di un ponte di epoca romana a cinque arcate (riportato nello stemma Comunale) demolito nel 1928 per la realizzazione degli attuali argini. Il terzo ponte è stato realizzato negli anni 60 con la costruzione della strada provinciale per Siddi.
Dal Dizionario Storico Angius Casalis Un ponte ben costruito serve alla comunicazione tra i due rioni. In essi contribuì il popolo,ma il più della spesa fu conferita dal rettore Aru, che governò questa parrocchia verso la fine del secolo XVI? e volle a quest’opera utilissima consacrare due sue prebende. I Gonnesi benedicono tutt’ora alla sua memoria. Ed io rendo al degno sacerdote l’onore che si merita per l’uso ottimo che seppe fare dei frutti dei suoi beni. In questo fiume vengono dalla parte di monte Siddi alcuni ruscelli il Coccioledda che attraversa il rione di levante, ed ha un piccolo ponte(poi continua ,ma per la nostra ricerca basta questo).
Dall’archivio Diocesano Rettore Francesco de Aru (1645-1661) < si firma Franch Dearo>. Appare esaminatore sinodale e Rettore di Gonnostramatza nel sinodo di Mons. Manunta celebrato nel Gennaio del 1645, ma evidentemente stava in questa parrocchia già da prima. E tradizione che sia stato lui a costruire per primo il ponte sul fiume che attraversa il paese sostenendone a suo carico le spese, e gli sarebbero costate due annate dei frutti della rettoria. (Morì a Gonnostramatza il 19 Marzo 1661)
Riflessioni L’abate Vittorio Angius venne a Gonnostamatza nel 1841 e disse che a Gonnostramatza esisteva un ponte ben costruito per volere del rettore Aru alla fine del secolo XVI? essendoci il punto interrogativo si presume che le informazioni della datazione non erano documentate, sicuramente era venuto a sapere questo solo per via di ricordi della popolazione, cita anche un piccolo ponte che si trova nel ruscello Coccioledda, lo studio araldico dei primi anni 90 dice che il ponte della sp 46 è del XVI secolo .Quindi del ponte romano non ne parla proprio? Nel 1841 quando l’abate Angius si recò a Gonnostramatza, non notò il ponte romano? il ponte romano non era ancora costruito? Lo studio storico del 1990 è errato?
Conclusioni IL ponte di cui parlava l’abate Angius è sicuramente il nostro famoso ponte di epoca romana. Angius disse che fu costruito dal rettore Aru nel XVI? secolo, tramite l’archivio diocesano siamo venuti a sapere che il rettore Aru governò la nostra parrocchia dal 1645 al 1661,quindi la costruzione del ponte risalirebbe a metà del XVII secolo. Sappiamo bene che il ponte della strada provinciale per Siddi e stato costruito inizi anni 1960. Mentre il ponte della provinciale 46 dovrebbe essere stato costruito nel 1888,in quanto esiste ancora oggi una pietra miliare raccolta da un nostro compaesano, a metà degli anni 1950,in quel periodo venne asfaltata la suddetta strada,sino ad allora esistevano sul ponte dei muretti laterali in cui era incastonata la pietra, distrutti allora per far parte alle attuali ringhiere. Questa cartina storica di Gonnostramatza del 1873 mette in evidenza il ponte di epoca romana il piccolo ponticello che si trovava nell’attuale viale Kennedy tra la casa di Ettore Garau e Fernando Sebis,ma non si vede nessun ponte sulla strada provinciale 46.
Michele Podda
Di MauriZio (del 15/11/2012 @ 23:56:41, in Blog, linkato 2310 volte)
Virginia Atzori, una tramatzese in serie A!!!
E’ un piovoso pomeriggio di ottobre. Appartato nella saletta interna del Bar dello Sport, sorseggio lentamente un caffè, in attesa di un’importante telefonata. Davanti a birre e patatine, juventini, interisti e milanisti discutono animatamente di calcio fra sfottò e arrabbiature. Io mi godo, silenzioso, la quarta vittoria consecutiva del mio Cagliari, che mi aiuta a digerire la sconfitta del Gonnos Sport. Guardo fuori, piove ancora. Sfoglio uno stropicciato Unione Sarda e sorrido compiaciuto della netta vittoria, in A2 femminile, del Villacidro a spese dell’Oristano, con doppietta di Virginia Atzori… La ricordo quando, da bambina, si allenava nel polveroso campo di calcio con la squadra mista di ragazzi e ragazze del circolo Anspi di Gonnostramatza. Qualche anno dopo Mario, il padre, mi raccontò con orgoglio della medaglia d’argento vinta da Virginia, ai giochi sportivi studenteschi di Roseto degli Abruzzi, con la squadra di calcio a 7 della scuola media. Poi arrivò il fortunato provino con l’Atletico Oristano, gli intensi allenamenti nel campo della Tharros di Oristano, da conciliare con gli studi all’Istituto Commerciale di Mogoro. Aveva appena sedici anni quando esordì in serie A tra le fila dell’Atletico Oristano contro la Lazio. L’articolo dell’Unione Sarda dedicato alla giovane tramatzese titolava così:” Il debutto calcistico della piccola Virginia, prima ragazza della Marmilla in serie A. A distogliermi dai ricordi, l’improvvisa suoneria del mio cellulare. E’ la telefonata che aspettavo: la Redazione mi comunica che Virginia Atzori è disponibile per un'intervista. Non perdo tempo, saluto frettolosamente gli amici al bar e mi precipito in strada. Per incanto, le nuvole che gravavano sul paese sono sparite. Metto in moto la mia sgangherata seicento grigia e parto alla volta del centro sportivo di Assemini. Virginia è nel bel mezzo di un duro allenamento, interminabili giri di campo senza sosta, allunghi, recuperi, scatti… Si accorge della mia presenza e mi viene incontro, affaticata ma sorridente. Mi saluta con simpatia e affetto. Ci accomodiamo su una panchina a bordo campo. So che non ha molto tempo da dedicarmi e allora parto subito con le domande.
Chi è Virginia Atzori? Virginia è una ragazza semplice e solare, sempre col sorriso sulle labbra. A volte si intestardisce e vuole sempre aver ragione. Ama la perfezione, o quasi, in tutto ciò che fa. E’ molto socievole, una grande amica su cui tutti e tutte possono contare. Una spalla su cui piangere, sempre disponibile ad aiutarti a risolvere qualsiasi problema tu abbia.
Facciamo un passo indietro… cosa spinge una ragazzina di 7 anni a giocare al calcio? Sicuramente la passione contagiosa per il calcio di mio padre e dei miei fratelli, tutti juventini sfegatati. Giacomo mio fratello giocava da piccolo e con lui e altri bambini del vicinato passavamo interi pomeriggi dietro ad un pallone. Ho iniziato a Gonnostramatza nella ''scuola calcio Nike'' fino ai 13 anni, poi non potendo più giocare con i maschietti ho fatto il provino all'Atletico Oristano.
Quanto è importante per te Gonnostramatza? E’ il mio amato paese e mi manca molto. C’è la mia famiglia, i miei amici d’infanzia. Mi piace tornarci appena possibile. Il fatto che sia un piccolo paese porta tutti quanti a conoscersi, e quando possibile ad aiutarsi. Quando esco a far una passeggiata non passa minuto che non saluti qualcuno. In città questo non avviene, nemmeno per chi ci abita da anni. E' bello sapere che sei tra persone che ti conoscono da quando eri bambina, e che ti hanno vista crescere.
E’ molto orgogliosa del suo paese, ne parla con un pizzico di emozione. Che requisiti deve avere una ragazza, per diventare una calciatrice? La passione innanzitutto, perché il mondo del calcio femminile è molto diverso da quello maschile, dove si guadagnano cifre da capogiro, e dove spesso si perdono di vista le emozioni che ti hanno portato a rincorrere un pallone. Poi naturalmente, sono importanti le doti tecniche e fisiche, ma anche la determinazione. Fondamentale, secondo me, poter iniziare sin da bambine. Molte ragazze si approcciano tardi a questo bellissimo sport, e si trovano a dover imparare i fondamentali magari a 15-16 anni, e questo non le aiuta di certo ad emergere.
Un pallone arriva vicino alla nostra panchina. Ci alziamo contemporaneamente e palleggiamo divertendoci per qualche minuto…
Cosa pensi del calcio femminile italiano? Credo sia sottovalutato e da certi punti di vista sfruttato per finanziare il già straricco calcio maschile. E’ normale che poi il movimento calcistico femminile non riesca a crescere. Qui in Sardegna abbiamo la bella realtà delle campionesse d'Italia della Torres, ma penso che anche loro si trovino a dover affrontare non poche difficoltà. Purtroppo rispetto ad altri paesi qui da noi il calcio femminile è poco seguito anche dal pubblico, gli stadi vuoti o quasi sono una triste realtà.
Tu hai giocato in varie città, c’è forse qualche città in Italia in cui il calcio femminile è più seguito? Mi è parso di intuire che al Nord il calcio femminile sia migliore dal punto di vista organizzativo e anche più seguito. Sicuramente, per le squadre sarde, l'handicap più grande è reperire giocatrici. Il calcio di per sé notoriamente non è uno sport ''per ragazze'' (così almeno pensa la nostra retrograda società) e quindi non avere delle risorse umane provenienti da regioni confinanti è sicuramente penalizzante.
In che ruolo hai iniziato a giocare e qual era il calciatore o la calciatrice a cui ti ispiravi? Ho iniziato a centrocampo, il mio idolo è sempre stato Roberto Baggio e poi Alex Del Piero.
In lontananza si ode un fischio. E’ il Mister che la invita ad avvicinarsi. Virginia scappa via, ma è solo per un attimo. Ritira una pettina gialla, che le servirà per la partitella che da li a poco avrà inizio a metà campo…
A 16 anni hai esordito in serie A, a fianco di campionesse come la Parejo, la Colasuonno, la Fusciani che esperienza è stata per te? Ho imparato tanto da queste grandi giocatrici, sia dal punto di vista calcistico che umano. Sono cresciuta osservando e provando a ripetere ciò che vedevo. Un grande esempio per me è stata Federica D’Astolfo una giocatrice dalla quale ho imparato veramente tanto, secondo me una delle migliori centrocampiste del calcio italiano. Dare la palla a lei era come metterla in cassaforte, l'Andrea Pirlo del calcio femminile.
Quanti giorni a settimana ti alleni? Solitamente mi alleno 3 giorni a settimana, e poi la partita in genere di domenica.
Tra una risposta e l’altra, ne approfitta per fare un po’ di stretching, qualche saltello, piccoli scatti, giusto per non raffreddare la muscolatura…
Quanto è difficile portare avanti questo sport, dilettantistico ma che ti impegna come fosse professionistico? Sicuramente ci sono delle difficoltà da affrontare, tanti sacrifici, soprattutto perché per allenarmi devo viaggiare da Gonnostramatza ad Assemini e questo mi toglie del tempo anche nella vita privata.
Sfotte bonariamente una compagna di squadra che ha appena subito un tunnel. La tua carriera finirà nel Villacidro? Non so dove finirò la mia carriera, per ora mi trovo molto bene al Villacidro. Che finisca nel Villacidro o altrove spero solo che ciò avvenga tra molti anni...
Lasciamo per un attimo da parte il calcio, e parliamo un po’ di te… Ho appena finito di fare un tirocinio presso il Comune di Gonnostramatza. Sto completando gli studi per prendere la patente Europea. Passo il tempo libero con gli amici e mi piace viaggiare. Sono una gran curiosona mi piace scoprire posti nuovi, culture diverse…
Qual è l’ultimo libro che hai letto? "Io uccido" di Giorgio Faletti.
Confessa timidamente di non essere una grande lettrice. Nei ritagli di tempo preferisce ascoltare musica....
La canzone che ami? La musica in generale mi piace tutta, sia artisti vecchi che nuovi, dipende soprattutto dal momento. Dalla sempreverde Mina alla più recente Adele, passando per Biagio Antonacci, Elisa e tanti ma veramente tanti altri. Il tuo film preferito? “La ricerca della felicità”, l’avrò visto e rivisto non so più quante volte.
Il Mister invita Virginia a riprendere l’allenamento, c’è da curare con particolare attenzione la tattica in vista della prossima difficile trasferta di campionato <<Grazie Virginia, in bocca a lupo per tutto…ed ora stai tranquilla che il tuo Villacidro potrà contare anche sul tifo di tutti i tramatzesi!!!>> MauriZio
Ciao Bottigliaro, un anno senza di te… “Ripensiamo il tuo sorriso, ed è per noi un'acqua limpida scorta per avventura tra le pietraie d'un greto…”. Ci piace ricordarti con questi bellissimi versi di Eugenio Montale. E' gia passato un anno. Un anno senza la tua voce, un anno senza il tuo sorriso, un anno senza di te. Un anno che sembra ieri, ma che sembra anche un'eternità. Senza di te a Gonnostramatza c'è sicuramente più buio. Il paese vive quasi nell'ombra, privato di un grande artista, di un grande uomo, un amico sincero, genuino. Però rifulge anche di una luce in più, che illumina tutti ogni volta che si accende il tuo ricordo. La ferita è ancora aperta: non possiamo farla rimarginare, ma speriamo di riuscire a trasmettere una parte di quella grande e gioiosa voglia di vivere con cui ci hai contaminati tutti.
Scanuzzo Friends - Maurizio, Christian
Anche se la Bibbia da sempre ci ricorda che “c’è un tempo per nascere e un tempo per morire” è difficile accettare la scomparsa improvvisa di persone che sono state guida ed esempio di vita per una intera comunità. La scomparsa di Don Pier Giorgio Mudadu ha destato profonda tristezza in noi. Di lui ci mancheranno la testimonianza di una fede semplice e allo stesso tempo colta e la profonda umanità, discreta e senza enfasi, dimostrata sempre verso tutti. La presenza di Don Pier Giorgio nel nostro paese non si è limitata alla sola missione spirituale, ma è stata da tutti noi apprezzata anche per gli interventi in campo sociale e assistenziale. Sicuramente, con la sua scomparsa, la comunità di Gonnostramatza ha perso un grande amico che ricorderà sempre con molto affetto.
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